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Nato a Belvedere Marittimo in provincia di Cosenza, Antonio Fulfaro ne ha fatta di strada. Tra una ripresa e l’altra di due nuovi film che presto vedremo al cinema, “Io e arlecchino” e “Madre terra”, l’attore cinematografico, teatrale e doppiatore riesce almeno tre volte l’anno a tornare nella sua terra natia per “respirare” le sue origini.
Antonio entra in punta di piedi nelle case degli italiani, lo ricordiamo nella famosa pubblicità dello sciroppo Bronchenolo nelle vesti del frate francescano e ultimamente nel cast del film “Qualunquemente” di Antonio Albanese ma di fiction, trasmissioni e ospitate targate Rai e Mediaset ne ha ben molte.
Fulfaro è un talento nostrano che porta alta l’immagine della Calabria con le sue prestazioni particolarmente apprezzate in campo nazionale. In questi ultimi anni, si è distinto per la sue efficaci esibizioni in numerose opere teatrali e cinematografiche. Indimenticabile il “Don Giovanni” di Moliere con la regia di Lando Buzzanca e Cristina Lionello, “I casi sono due” di Armando Curcio con Martufello, “Sono qui per voi” di Pietro Romano, ha recitato in “Gente di Mare” la fiction televisiva con Lorenzo Crespi e Vanessa Gravina e importanti interpretazioni anche nei film per il cinema “La vita è una cosa meravigliosa” con la regia Carlo Vanzina , “Ma che colpa abbiamo noi” regia Carlo Verdone. Ma la sua notorietà è arrivata grazie alla partecipazione nel film “Malena” di Giuseppe Tornatore.
Rientra a Roma dopo aver girato sul set di “Io, arlecchino” e “Madre Terra”. Ci vuole anticipare qualcosa sulle due pellicole?
“Io, arlecchino” per la regia di Matteo Bini, è un film fatto sulla commedia dell’arte e girato tra i vicoli dell’antico borgo di Cornello dei Tasso, in Valle Brembama. E’ un luogo dove il tempo pare essersi fermato secoli fa e qui viene ambientata una storia particolare: non l’Arlecchino che tutti si aspettano con costumi d’epoca ma una favola antica girata con abiti contemporanei, una sorta di rivisitazione odierna, sullo sfondo però, i veri luoghi dov’è nato questo personaggio. Io vestirò i panni del prete del paese, don Marco, un sacerdote sui generis nel senso che oltre a celebrare messa, a divulgare la parola del Signore, è vicino alla sua gente. Don Marco mette a disposizione la propria chiesa per i ragazzi del paese, aggiusta le antenne ai fedeli, insomma è un prete operaio che sta a contatto con la sua comunità. Le scene sono girate dentro il paese Cornello dei Tasso, un luogo di un fascino straordinario.
Ci sono tanti ruderi e le strade sono piccole, strette e per raggiungere alcuni posti ci si deve andare a piedi o con una bici. Qui si svolge la storia di Arlecchino delle maschere della commedia dell’arte. In Puglia invece, viene ambientata “Madre Terra”, pellicola interamente girata a Roma per la regia di Giulio Manfredonia, e nel cast fanno parte Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Tommaso Ragno, Maria Rosaria Russo e tanti altri. Questa è una commedia che narra la storia di una strana antimafia, fatta piantando fagiolini e di qualcosa che viene prima della mafia, dell’antimafia e di tutto il resto: la terra, quella che ci ospita, ci nutre e ci seppellisce. Io interpreto un bracciante Antonio Colangeli coinvolto nelle vicende di una cooperativa agricola che gestisce i terreni confiscati alla mafia”.
Come si è trovato a lavorare con attori di livello quali Accorsi, Pasotti, Verdoni, Buzzanca. Lei ha lottato con lo “spettro” del pregiudizio perché calabrese?
“Assolutamente no. Sono stato sempre giudicato e valutato nei casting per il talento e non per le mie origini. Sono tutte persone di grande spessore umano, simpatiche, umili, dei veri professionisti. Con Giorgio Pasotti e tutto l’eccezionale cast composto da Robert Herlitzka, Valeria Bilello, Lunetta Savino e tanti altri, racconteremo la bella storia di un passaggio generazionale, un passaggio di valori e di tradizioni mai sopite, di cui la figura di Arlecchino rappresenterà l’emblema”.
Tra un impegno e l’altro, riesce a fare un salto nella sua Belvedere Marittimo?
“Ho bisogno di respirare l’aria del Sud, di avere un contatto con la mia terra, con i miei amici. La Calabria è una terra straordinaria e piena di potenzialità. A noi non manca nulla, dobbiamo solo essere più ottimisti e operativi. Piangersi addosso non serve. Ma molti ancora questo non lo hanno capito”.
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