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Costituzione Ufficio elettorale comunale, non c’è nessuno scandalo. Sono state rispettate, come sempre, le direttive di Legge. I Lavoratori socialmente utili e della pubblica utilità, in base alle normative vigenti, non possono far parte dell’istituto organizzativo delle consultazioni. E questa è una regola che vale da sempre! C’è da rimanere solo allibiti ed esterrefatti davanti alle dichiarazioni di qualche sindacalista. Non si può gettare fango addosso ad un’Amministrazione comunale che ha probabilmente solo la colpa di aver rispettato le regole.
È quanto chiarisce, doverosamente, l’Esecutivo cittadino a seguito delle pubbliche accuse dell’Unione sindacale di base apparse nelle ultime ore sugli organi di informazione e di stampa locale.
Siamo all’assurdo e al paradossale. Ci siamo attenuti, in maniera molto chiara e limpida, a quello che impone la Legge e alle circolari ministeriali. Chiariamo subito, allora, che l’Ufficio elettorale è un istituto che deve essere insediato, senza alcuna discrezione, in base al decreto legge N.8 del 1993, convertito con modificazioni, dalla legge 68/1993, modificato da ultimo dalla legge n.147/2013, che all’art.15, comma 1 e 2, recita testualmente: – (1) In occasione della organizzazione tecnica di consultazioni elettorali il personale dei comuni, addetto a servizi elettorali, può essere autorizzato dalla rispettiva amministrazione, anche in deroga alle vigenti disposizioni, ad effettuare lavoro straordinario entro il limite medio di spesa di 40 ore mensili per persona e sino ad un massimo individuale di 60 ore mensili, per il periodo intercorrente dal cinquantacinquesimo giorno antecedente la data delle consultazioni elettorali al quinto giorno successivo alla stessa data. Il limite medio di spesa si applica solo ai comuni con più di cinque dipendenti – (2) L’autorizzazione si riferisce al personale stabilmente addetto agli uffici interessati, nonché a quello che si intenda assegnarvi quale supporto provvisorio, con determinazione da adottare preventivamente e nella quale dovranno essere indicati i nominativi del personale previsto, il numero di ore di lavoro straordinario da effettuare e le funzioni da assolvere. La mancata adozione inibisce il pagamento dei compensi. Dunque, c’è un’impossibilità oggettiva nell’inserire, in questo organico, personale precario. Basterebbe questo per sbugiardare i soliti polemici che, prima di caricarsi la responsabilità di tutelare i diritti dei lavoratori, dovrebbe quantomeno avere una minima cognizione delle leggi. Ma c’è di più.
Una circolare del Ministero dell’Interno chiarisce, inoltre, che le spese per il lavoro straordinario del personale dipendente impegnato nell’attività elettorale saranno rimborsate posticipatamente in base a documentato rendiconto da presentarsi entro il termine perentorio di quattro mesi dalla data delle consultazioni. – E solo allora saranno accreditati le spettanze accumulate dai componenti dell’Ufficio.
Stiano tranquilli alcuni precari, quei pochi rimasti attuare questo ostruzionismo cieco: questa Amministrazione non si sarebbe mai assunta la responsabilità di agevolare il pagamento degli emolumenti extra ad alcuni piuttosto che ad altri operatori comunali, siano essi effettivi o precari. Sono i fatti che, ancora una volta, ci vengono incontro e smentiscono le cattiverie di qualche sindacalista. Rimaniamo ancora uno dei pochi comuni della Calabria ad aver onorato, tra mille problemi e con tanti sacrifici, il lavoro di Lsu ed Lpu. Chi, infatti, sostiene che la Regione, di recente, ha trasferito due mensilità arretrate e che l’ufficio ragioneria ne ha saldata soltanto una ai lavoratori, dice il vero. Ma dimentica, spudoratamente, che l’Esecutivo ed in prima persona il Sindaco Antoniotti, non solo si sono assunti la responsabilità di anticipare sempre i salari ai precari quanto, ancora oggi, le casse municipali registrano un disavanzo di tre mensilità dell’annualità 2013 non ancora trasferite dalla Regione.
Ma per capire questo ci vuole quel po’ di buonsenso che alcuni, evidentemente, ancora non hanno, al contrario di tanti altri. Non è un caso, infatti, che diversi lavoratori hanno deciso di dissociarsi pubblicamente dalle accuse gratuite lanciate dall’Usb nei confronti dell’Amministrazione comunale.
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