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“L’intesa di Bersani, Casini e Alfano sul nuovo sistema elettorale è a dir poco discutibile. Infatti, il ritorno al tipo di maggioritario proposto appare un inciucio e comporta non solo un passo indietro di tutta la politica quanto addirittura s’indietreggia di due”. A sostenerlo è il dirigente provinciale di Cosenza del PDL, Sergio Strazzulli che spiega: “L’indicazione popolare spingeva verso due direttrici forti; una era quella della riduzione del numero dei parlamentari e quindi di conseguenza un snellimento dei costi, ma anche e soprattutto dell’iter parlamentare che un numero ridotto avrebbe senz’altro favorito.
L’altra era senza dubbio quella dell’abolizione delle liste bloccate e quindi dei parlamentari eletti anche da più legislature senza dover chiedere neanche un voto che sia uno, in modo da garantire l’elezione con le preferenze e stabilire uno stretto rapporto tra deputati e territorio”. Ma per Strazzulli, le risposte della politica “sono state invece collegi uninominali e proporzionali!
In sostanza – si chiede il dirigente politico – i simpatizzanti dell’uno o dell’altro schieramento dovranno accontentarsi di votare nel proprio collegio uninominale i candidati tra Camera e Senato scelti all’interno delle sedi di partito e degli elettori? “Chissenefrega!”. Rimane la lista dei bloccati, anche se è ridotto il numero, mentre saranno creati una sorta di mini collegi tipo provinciali.
La parte dell’intesa che ha maggiormente dell’incredibile è quella che riguarda la scelta del Premier che almeno nel blasonato Porcellum appariva essere chiara sin dall’inizio, mentre nel nuovo sistema proposto dai leader di Pd, Pdl e Terzo polo, in mancanza d’intesa l’indicazione del Premier può diventare invece oggetto di trattative tra le forze politiche anche all’indomani dell’appuntamento elettorale!”
Questo meccanismo per Sergio Strazzulli si traduce in “un ritorno al proporzionale tipico degli instabili governi della prima Repubblica, dove la Democrazia Cristiana era al centro del quadro politico e determinava di volta in volta le alleanze. In pratica quello che potrebbe avvenire con il Terzo polo o comunque si chiami che potrebbe ad esempio scegliere se allearsi con il Pd oppure con il Pdl o formare un governo con i soli numeri parlamentari e indipendentemente dall’indicazione popolare del voto!
Che questi partiti e in particolare questo Parlamento – sottolinea Strazzulli – sia sempre più lontano dal popolo si era già capito e la conferma giunge proprio dai sondaggi che sorridono al governo tecnico di Monti nonostante i salassi nelle tasche degli italiani e attesta sempre maggiore distacco verso una classe politica che si dimostra sempre più aggrappata alla riconferma degli uomini e sempre meno alla ricerca del bene comune”.
Per il dirigente del Pdl “se la scelta del nuovo sistema elettorale fosse veramente toccata agli Italiani, magari attraverso un referendum, senz’altro le indicazioni avrebbero portato a liste con le preferenze, alla scelta chiara del Premier, a premi di maggioranza; in pratica a un sistema in grado di garantire stabilità e rapporto diretto dei cittadini con gli eletti. L’Italia – conclude – terminata la fase necessaria dei sacrifici ha bisogno di un rilancio dell’economia e dei consumi. Rivedere gli sciagurati scenari da pentapartito tanti cari ai nostalgici della Balena bianca può solo riportare il Paese indietro agli anni dell’ingovernabilità e delle Caste”.
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