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Se il successo di un evento potesse essere misurato dagli applausi, dalla commozione del pubblico e dalla partecipazione emotiva degli artisti, allora la quarta edizione del premio dedicato alla memoria di Stefano Valentini ha superato le più rosee aspettative. Il teatro Alfonso Rendano, dall’alto della sua storia e del suo prestigio, si è aperto alla presenza di giovani appassionati della danza, di coloro che inseguono un sogno difficile e complesso dove la fatica ed il sudore vanno di pari passo con lo studio e l’abnegazione.
La sapiente direzione artistica di Joseph Fontano, uno dei geni indiscussi del panorama nazionale ed internazionale della danza contemporanea, ha saputo mettere insieme giovani speranze ed affermati professionisti, abbinando momenti di formazione e approfondimento culturale di altissimo livello. Non sono mancati, infatti, i masterclass di classico e moderno e le presentazioni dei libri da parte di Sara Zuccheri e Maria Francesca Garritano.
Ma il premio Stefano Valentini non è stato soltanto danza, intesa come espressione del corpo e della mente, come fluidità di movimento ed armoniosità del corpo. È stato anche il luogo deputato ad invertire la triste tendenza che da qualche tempo si verifica in Italia: le compagnie infatti riescono a trovare sempre meno spazio e la chiusura del MaggioDanza di Firenze testimonia un malessere diffuso a livello nazionale. «Purtroppo – ha spiegato con rammarico Francesco Ventriglia, oramai ex direttore del teatro fiorentino – ci troviamo di fronte al fatto che l’Italia forma e costruisce talenti che poi per affermarsi sono costretti a lavorare nelle altre nazioni del mondo. È giunto il momento di invertire questa tendenza, partendo dal concetto che anche la cultura può generare profitto». Lo stesso pensiero è stato espresso da Joseph Fontano che ha invitato il pubblico presente «a sostenere i movimenti e gli esponenti politici che decidono di investire in cultura».
Tornando allo spettacolo, le emozioni si sono succedute in maniera serrata e continua. Le esibizioni che hanno visto protagonisti danzatori provenienti da ogni regione d’Italia hanno appagato il pubblico per qualità, ricercatezza e movimento. «La luce dell’umiltà che ci ha lasciato Stefano Valentini – ha sottolineato lo stesso Fontano – continua a brillare, riunendo e avvicinando mondi artistici lontani che per una volta si legano nel nome dell’arte e dell’eleganza. Ogni anno, infatti, la WDA Europe che cura i diversi aspetti dello spettacolo, s’impegna nel far conoscere delle realtà di danza che hanno poca visibilità. Sono trascorsi venti anni dalla scomparsa di Stefano, ma la sua maestria ed i suoi insegnamenti continuano a restare ben impressi nella mente di chi lo ha conosciuto e dei tanti ragazzi che oggi studiano il suo modo di fare danza». I genitori di Stefano presenti in platea hanno seguito passo dopo passo l’evolversi dello spettacolo, cogliendo negli occhi di questi giovani protagonisti della danza la stessa luce che animava lo spirito del proprio figlio: una ragione in più per fare in modo che il premio Stefano Valentini possa trovare dimora fissa sul palcoscenico del Rendano.
Prima della conclusione della manifestazione Francesco Ventriglia ha ricevuto il premio Stefano Valentini. «La consegna del premio a Francesco Ventriglia – ha sottolineato Fontano – prosegue un percorso iniziato nelle precedenti edizioni, dando merito a quei personaggi che hanno esportato la danza italiana nel mondo. Nella prima edizione il premio è stato attribuito a Luca Di Paolo, per il suo collage di danza per l’Unesco; nella seconda edizione è stata la volta di Luciana Savignano, prima ballerina della Scala negli anni Settanta; mentre lo scorso anno il riconoscimento è stato attribuito ad Ambra Vallo, prima ballerina dell’English National Ballet, dove fu scelta da Rudolf Nureyev per il ruolo di Giulietta».
Tutte le informazioni sono consultabili al sito: http://www.wda-europe.net.
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