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di Paola Rizzuto e Elio Lappano*
“Dopo il gravissimo sisma che ha interessato l’Emilia Romagna, una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 della scala Richter, seguita da altre scosse di minore intensità è stata registrata in Calabria, in provincia di Cosenza, nel distretto sismico Pollino.
Insomma, la Calabria torna a muoversi, l’Italia si muove e diventa psicosi collettiva nelle mani di disinformati, impazzano previsioni astruse e scientificamente inconsistenti che generano pericolosi allarmismi. Ma la sismicità del territorio italiano è una tra le più elevate a livello europeo e la Calabria è uno dei territori più esposti ai rischi naturali, così piena di quelle enormi fratture che chiamano faglie, la cagione frequente dei terremoti.
I terremoti non sono prevedibili, dinanzi a tali eventi, l’unica prevedibilità auspicabile è la realizzazione di obiettivi realistici prioritari in termini di verifica degli interventi antropici, di formazione dei cittadini alla gestione di tali calamità naturali, di pianificazione e programmazione di interventi mirati in presenza di terremoti. Se è vero che è impossibile prevedere i terremoti, però, è possibile, anzi necessario, individuare le aree a forte rischio sismico con una mappatura dettagliata anche delle caratteristiche geologiche e geo-morfologiche che l’accesso ai fondi previsti nell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3907/10 oggi consente, perché disciplina proprio i contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico e gli studi “di micro zonazione sismica” a scala comunale per la definizione di zone a diversa pericolosità per le quali devono essere stabilite norme vincolanti per le costruzioni di severità proporzionata al terremoto possibile.
Notazione storica significativa è che le prime leggi di costruzione antisismica predatano l’Unità d’Italia, varate dal Regno di Napoli a seguito del terremoto del 1783 in Calabria, mentre la prima classificazione sismica, intesa come elenco dei comuni esposti a rischio con relativa normativa tecnica, fu adottata dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 che distrusse Messina e Reggio Calabria, facendo più di 80.000 vittime.
Per prevenire e mitigare gli effetti del rischio sismico, è importante il monitoraggio-censimento degli edifici presenti sul Territorio, il che dato l’elevato numero di edifici ed il fatto che spesso sono oggetto di diversi interventi di ristrutturazione, ampliamento complica fortemente ogni attività. E’ auspicabile, quindi, che entri in vigore la legge regionale calabrese n. 35/09, per come promesso, prevista per il prossimo 1° luglio 2012, perché l’ennesimo differimento della sua entrata in vigore avrebbe come conseguenza l’inapplicazione, nel frattempo, della stessa e quindi l’arresto, ancora una volta, di una pianificazione territoriale in prospettiva sismica con la verifica preliminare della conformità dei progetti alle prescrizioni antisismiche, attività propedeutica al rilascio dell’autorizzazione sismica.
Si ricorda, infatti, che nelle Regioni a maggior rischio sismico i controlli sui progetti depositati al Servizio del Genio civile restano ancora a campione e, nella maggior parte dei casi, vengono effettuati solo sul 10% dei progetti depositati, l’obiettivo prioritario, perciò, sarà quello di diminuire il livello di rischio sismico raggiungendo un equilibrato compromesso tra l’assunzione di responsabilità del progettista delle strutture ed il controllo pubblico a salvaguardia dell’interesse generale con controlli scadenzati sulle strutture.
La Commissione Difesa del Suolo ed urbanistica del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, nelle sue funzioni conoscitive e consultive, sta approfondendo i testi normativi in materia, raffrontando le normative regionali e di settore, il T.U. dell’Edilizia, per verificare l’effettiva disparità di comportamento delle nostre Regioni in tema di procedimenti autorizzativi e di controllo dei progetti, di interpretazione del concetto di “intervento privo di rilevanza per la pubblica incolumità” e, per rimanere nella storia dei giorni nostri, di responsabilità ed incombenze del Collaudatore che interviene nel progetto strutturale.
La legislazione antisismica italiana, infatti, in conformità alle più moderne normative di livello internazionale, dovrebbe prescrivere norme tecniche uniformi in base alle quali un edificio può sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane. Ma la confusione è tanta in materia: ogni Regione norma a proprio giudizio come se il livello di rilevanza potesse cambiare a secondo dell’area geografica. La finalità di studio ed approfondimento della Commissione, pertanto, è quella di contribuire fattivamente a dipanare la matassa intricata della normativa in ambito strutturale delle costruzioni”.
*Avvocati Paola Rizzuto e Elio Lappano
Commissione Difesa del Suolo ed Urbanistica
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza
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