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A fronte di una pressione fiscale che tocca la soglia del 60 % dei redditi, si assiste ad una offensiva da parte dello Stato senza precedenti che giornalmente si intensifica: spesometro, redditometro, studi di settore, privacy, antiriciclaggio, fermi amministrativi di beni mobili, pignoramenti immobiliari, sequestro di automezzi e beni necessari alla propria attività, vendita all’asta della prima ed unica casa, eccessivo formalismo nella imposizione e riscossione, giustizia tributaria che non garantisce equità e tutela ai contribuenti.
Il tutto senza alcuna distinzione tra evasori veri e poveri cristi e senza alcuna analisi delle cause che possano aver determinato situazioni particolari di disagio.
Se a ciò si aggiunge la drastica riduzione di assistenza socio sanitaria e l’impossibilità di una rapida giustizia civile e penale, il pensiero che lo Stato Italiano abbia un nemico è semplicemente conseguente; questo nemico è il cittadino contribuente quale destinatario dei provvedimenti citati.
Il quadro diventa esasperante se si considera che tale accanimento spesso persecutorio è accompagnato da sprechi, sperperi, prebende, soldi ai partiti, stipendi stellari di manager e politici, raccomandazioni e familismo, in una cornice di accentuata povertà delle nostre zone dove precariato, disoccupazione ed inoccupazione imperversano.
È solo di qualche giorno fa l’annuncio del vice-presidente della Camera di Commercio di Cosenza sulla chiusura di 1500 imprese nell’ultimo biennio.
Tale situazione, anche se grave, non giustifica alcuna forma di violenza ed è preoccupante l’escalation di intimidazioni delle ultime settimane, così come l’ondata di suicidi.
Ben sappiamo che nella pubblica amministrazione vi sono dirigenti, funzionari ed impiegati di alto spessore professionale e massima disponibilità e non sono certo loro i responsabili.
Agenzia Entrate, Equitalia, Commissioni Tributarie sono solo i paraventi di uno Stato che con leggi, norme e regolamenti di fatto porta all’annientamento dei suoi cittadini.
È attualmente in atto una rigida applicazione di alcune disposizioni che vanifica altre importanti Leggi in vigore a favore dei contribuenti in primis la Carta Costituzionale; tale atteggiamento rischia di trasformare l’Italia in uno stato di polizia.
Tutto ciò non può essere addebitato esclusivamente ad organismi statali, ma è volontà di politici eletti dal popolo quali propri rappresentanti.
È necessaria, quindi, una forte azione politica di contrasto democratico all’involuzione in corso che abbia come unico fine la salvaguardia della persona e dei suoi diritti fondamentali di cittadino e non suddito.
Come Movimento nato per rappresentare la difficile realtà quotidiana dei territori meridionali, i più oppressi da sempre e che risentono maggiormente della crisi congiunturale in atto, avvieremo a breve un processo di mobilitazione popolare al fine di modificare regole ed atteggiamenti vessatori e garantire ad ogni cittadino la dignità perduta.
Invitiamo sin da ora persone libere, associazioni, movimenti, categorie professionali ed imprenditoriali a partecipare attivamente con idee e proposte alle iniziative per far sentire la propria voce e non consentire altri soprusi.
Vogliamo uno Stato equo, giusto e solidale che non strozza i suoi cittadini.
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