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Continua il viaggio della “carovana della legalità” negli istituti scolastici calabresi.
Dopo Corigliano e Castrovillari oggi la Commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare presieduta da Benedetto Di Iacovo ha fatto tappa a Cosenza e Amantea per illustrare agli studenti delle quinte classi il progetto “La Legalità cresce sui banchi di scuola”, promosso dall’organo della regione e sostenuto con forza dal governatore Giuseppe Scopelliti.
Accompagnato dalla dottoressa Anna Buccino, dell’istituto scolastico regionale, Di Iacovo ha illustrato agli studenti dell’istituto tecnico “Monaco” di Cosenza il progetto in tutte le sue articolazioni. Un’iniziativa “ambiziosa” che punta a sensibilizzare i giovani sui temi del lavoro regolare e sulla legalità in generale. Studenti – questo l’obiettivo del progetto – che diventeranno “giornalisti in erba” cui sarà assegnato il compito di realizzare dei reportage sui temi trattati dal progetto.
Lo staff della Commissione è stato ricevuto dal dirigente scolastico Ennio Guzzo che, apprezzando l’iniziativa, si è soffermato sul ruolo fondamentale che le scuole hanno nell’educazione alla legalità. “In Calabria – ha esordito Di Iacovo – servono costruttori di futuro e di speranza”, poiché non sempre i tempi che viviamo offrono grandi prospettive, dice riferendosi alle parole pronunciate del cardinale Sepe a Napoli.
Il presidente analizza davanti ad un’attenta platea studenti, il contesto sociale e ed economico della regione. Un contesto difficile e pieno di insidie, soprattutto nel mercato del lavoro, dove le garanzie e le tutele del ‘900 sono state sostituite da formule di lavoro flessibile, dietro cui, spesso, si nascondono violazioni dei diritti. Ma questo mutamento non deve scoraggiare.
Deve piuttosto rafforzare in noi – ha aggiunto – la volontà di affrontare le sfide future comprendendo le nuove dinamiche socio-economiche e occupazionali, cercando di essere preparati, nel momento in cui si entra nel mondo del lavoro, sul piano della normativa e dei diritti. La legalità – ha poi sottolineato Di Iacovo – non è qualcosa di astratto ma va praticata.
E’ cioè il risultato complessivo dei comportamenti individuali di ciascuno di noi.
La pratica dell’illegalità, – ha concluso – è il brodo di coltura dove proliferano tanti fenomeni distorsivi, come ad esempio il lavoro nero e la criminalità”.
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