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Un romanzo al femminile, dolente e intenso, che fa emozionare e non si dimentica facilmente. Una storia vera, che diventa affresco storico e rete di memoria. Uno splendido ritratto di donna nel mondo contadino della Sicilia agli inizi del Novecento, due voci narranti diverse che s’intersecano l’una all’altra per raccontare l’essere donna ieri e oggi. Serafina, opera prima dell’autrice siciliana trapiantata a Cosenza Anna Burgio, è stato riproposto dalla Città del Sole Edizioni, dopo la prima edizione del 2007, con una nuova veste grafica. Il romanzo sarà presentato giovedì 23 giugno alle ore 18.30 presso la libreria Ub!k di Cosenza. Dialogherà con l’autrice lo psicologo psicoterapeuta Antonio De Luca.
Apprezzato dal pubblico e dalla critica, con segnalazioni anche presso la stampa nazionale, Serafina può essere inserito nel filone della classica narrativa meridionale: la protagonista, donna realmente vissuta, comincia a narrare la sua storia da morta, da un punto di vista sospeso tra passato e presente. Così coglie le grandi differenze nella società che lei ha abbandonato troppo presto, prima di poter vivere quei cambiamenti sociali e quelle trasformazioni del ruolo della donna di cui ora, voce narrante, è consapevole.
La vita contadina dei primi decenni del novecento nel sud Italia, col suo carico di miseria e di ignoranza, di personaggi deboli davanti al mondo ma forti nell’animo, si dipana in una narrazione piana, malinconica, ma che lascia trasparire la vitalità di un mondo che oggi non c’è più. Fa da contraltare la seconda protagonista, donna moderna, che vive la consapevolezza dolorosa di un ruolo, quello femminile, che sembra chiedere sempre troppo alle donne, del passato e del presente.
Una storia densa di forza e di tenacia, ma anche di fallimenti, dolori e sopportazione, che diventa vicenda corale di una comunità, di tante comunità, le cui voci si rincorrono come echi nella trama di memorie che viene tramandata da famiglia in famiglia, da paese in paese, da generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Afferma Anna Burgio: “Volevo dare voce a Serafina, una donna che ho conosciuto solo attraverso i racconti di altre persone che a loro volta ne avevano solo sentito parlare. Ho raccolto i loro ricordi con l’urgenza e l’esigenza di una storia che chiamava per essere raccontata, condivisa, come si faceva un tempo oralmente, per non essere dimenticata”.
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