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Domenica 27 maggio alle ore 18.30 a Cosenza, presso la Libreria Ubik, via Galliano 4 L’AUTRICE Maria Antonia Fama parla del suo libro “Diario di un precario (Sentimentale) con Gilda De Caro, Dirigente Scolastico del Liceo Polifunzionale Lucrezia Della Valle.
Ma è proprio vero che i giovani in Italia preferiscono restare vicino a mamma e papà e che alla monotonia del posto fisso prediligono il “dinamismo” del lavoro precario? Ce lo spiega Assunta Buonavolontà, brillante laureata che si trasforma in aspirante attrice in cerca di occupazione,
in continuo equilibrio precario tra un provino e un colloquio di lavoro, un’agenzia interinale
e un centro per l’impiego. Il nuovo libro della giovane autrice di Rogliano su quella che è stata definita la “generazione degli sfigati”.
IL LIBRO
Maria Antonia Fama
DIARIO DI UN PRECARIO (SENTIMENTALE)
Collana Arte e Lavoro, pagine 176, prezzo 10,00 euro
Diario di un precario (sentimentale), titolo ispirato al romanzo di Luìs Sepulveda Diario di un killer sentimentale, nasce nel 2009 come radiodramma, in onda tutti i lunedì su Radio Articolo 1 (www.radioarticolo1.it). A giugno 2010 approda sulle frequenze di Radio 3, dove vince il premio Massimo Billi come migliore format proposto nella trasmissione «Il Cantiere di Radio 3».
Diario racconta la storia di Assunta Buonavolontà, brillante laureata destinata al successo, che si trasforma in un’aspirante attrice in cerca di occupazione, in (continuo) equilibrio precario tra un provino e un colloquio di lavoro, un’agenzia interinale e un centro per l’impiego. Proclamata dottoressa cum laude, e tornata dal viaggio post-laurea, Assunta dovrà fare i conti con le proprie responsabilità: mettersi a cerchiare annunci sul giornale; sostenere un colloquio per entrare in un Cpi; telefonare per vendere uno strano oggetto chiamato aspira-calzini, e altro ancora.
Assunta racconta la sua storia nelle pagine di un diario, che gradualmente si animano, attraverso flashback, cambi di ambientazione, interazioni con altri personaggi. Il precariato (precarietà-proletariato) non è solo il territorio dei contratti atipici. È una nuova classe sociale, ma anche uno stato della mente, un modo di essere. Ecco, allora, Assunta alle prese con una altrettanto instabile esistenza, tra alti e bassi, all’insegna dell’ironica sopravvivenza quotidiana. Costruita come una parabola discendente delle aspirazioni, la storia forse non può che concludersi in modo grottesco: la protagonista riconoscerà i suoi limiti e deciderà di fare «mea culpa», con un epilogo a sorpresa.
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