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Come rappresentante dell’Unione Avvocati di Cosenza, nonchè a fronte delle legittime lamentele provenienti dalle varie Associazioni forensi operanti nel territorio cosentino, ritengo che, d’ora in poi, dovrà darsi maggior impulso alla collaborazione ed al coordinamento di queste con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza.
Difatti, in tutta onestà intellettuale, mi duole constatare che, negli ultimi tempi si è dato avvio allo svolgimento di iniziative pubbliche che accantonano nettamente le varie associazioni forensi presenti all’interno del Tribunale di Cosenza.
Non da ultimo,e solo per citare un esempio, il Convegno nazionale previsto per il 4 novembre prossimo, dal titolo “l’Avvocato risorsa della società”, che, inspiegabilmente, non vede, nel programma, la partecipazione delle varie associazioni forensi, le quali hanno l’inviolabile diritto di contribuire alla res publica, perché tale partecipazione non può essere e/o restare circoscritta ai Consiglieri dell’Ordine o ai rappresentanti di qualche organismo, in sostanza, non può rimanere “risorsa di pochi”.
Ma ciò che mi preme in particolar modo evidenziare è che è proprio questo disinteresse generale nei confronti delle associazioni forensi a far vivere la nostra categoria professionale in una costante ed irreversibile condizione di debolezza e di solitudine.
Ma a quali traguardi potremmo mai aspirare in siffatto modo?
Se non saremo capaci di camminare così uniti e compatti per farci ascoltare, per perorare le nostre buone ragioni, non avremo mai alcuna seria ed apprezzabile dignità ed autorevolezza, specie in questo clima di sovvertimento e di delegittimazione che noi Avvocati stiamo vivendo.
Nei vari convegni ai quali i rappresentanti delle varie associazioni si limitano, ahimè, ad assistere in qualità di graditi ospiti ma non di altrettanto graditi interventori, dov’è quel grande tournover generazionale che potrebbe consentire a sempre più colleghi giovani e valorosi la partecipazione attiva ovunque, a partire dalle nostre Associazioni?
Ebbene, credo sia tempo di dare l’esempio e di creare spazi partendo da un assunto di base: la rappresentatività della carica che ciascuno di noi può rivestire è direttamente proporzionale al numero, alla forza ed alla coesione di chi è rappresentato; se manca questa compattezza, se manca la forza, le nostre voci resteranno, per quanto
urlate, sempre isolate ed inascoltate nel deserto e nella indifferenza di un sistema
ormai in stato di quasi irreversibile decozione.
Con ciò voglio semplicemente significare che le varie iniziative intraprese dai rappresentanti del mondo forense lasciano solo e soltanto un senso di inutilità se non vi è una seria e paziente volontà di rendere protagonisti attivi le varie associazioni forensi, che rappresentano la linfa vitale del mondo forense, poiché non sono di nessuno e contro nessuno, ma sono di tutti e per tutti.
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