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Rivoluzioniamo il Tirreno per cambiare il volto tumefatto dell’intera Regione Calabria.
È questa l’esortazione forte che il responsabile provinciale dell’ MpA Raffaele Papa, ha rivolto ai neo nominati commissari locali del Movimento Politico:
– Sergio De Buono per San Lucido;
– Francesco De Cesare per Paola;
– Mirella Cavaliere per Fuscaldo:
– Ercole Vetere per Guardia Piemontese;
– Filippo Avolio per Acquappesa.
L’incarico di coordinatore zonale è stato affidato a Romolo Trotta di Paola.
All’incontro avvenuto nei giorni scorsi hanno partecipato il Vice Segretario Nazionale Orlandino Greco ed il Dirigente Regionale Eugenio Massa Gallerano, oltre ai dirigenti provinciali Francesco Napolitano, Pino Quintieri, Mariella Ferraro ed il responsabile Settore Giovani Francesco Plastina.
Bisogna urgentemente passare dalle parole ai fatti, ha continuato Papa, ognuno sul proprio territorio deve intervenire concretamente e con forza per portare all’attenzione e rimuovere le tante deficienze che il sistema politco-istituzionale ha causato.
I vertici istituzionali ad ogni livello hanno nelle loro mani potere e mezzi ma anziché operare ed intervenire si limitano a proclami, annunci ed articoli di giornali nel mentre i problemi ristagnano e si aggravano.
Un’altra estate è arrivata e puntualmente ci si ritrova con le difficoltà di sempre, emergenza rifiuti, depuratori che inquinano, mare sporco, strade con lavori in corso ed attraversate da mezzi pesanti di ogni genere che inibiscono il regolare flusso. Per dirla con due parole, Programmazione Zero.
Orlandino Greco ha evidenziato ancora una volta la necessità di voltar pagina e questo è possibile farlo solo con una classe politica e dirigenziale nuova ed animata da vero spirito di attaccamento alla propria terra.
Il vice segretario federale ha sottolineato, inoltre, l’impegno del Movimento ad avviare e realizzare, ovunque ve ne siano le condizioni, la vera ed unica novità del panorama politico italiano: Il Terzo Polo, l’unico progetto ad oggi capace di rompere schemi vecchi e logori che hanno reso la Calabria terra d’abbandono e di clientela.
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