Questo post é stato letto 36150 volte!
Nulla contro l’ Istruzione Pubblica e relativo personale, ma fa riflettere che in generale nella Amministrazione Statale ed in particolare nella Scuola di ogni ordine e grado, trovi la sua piena applicazione la legge n.104 del 5 febbraio 1992.
Pare che buona parte del personale occupato nei vari istituti di formazione sia oggetto di tale normativa che consente il beneficio di “assegnazioni, trasferimenti e permessi” diversamente non possibili.
Tutto legittimo, ed è giusto che nei confronti di chi è portatore di malattie invalidanti proprie o di congiunti si abbia il massimo rispetto, ma l’incidenza che gli stessi hanno desta qualche perplessità.
Del resto, è cronaca attuale l’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Cosenza circa presunte irregolarità ed abusi nell’ accertamento, applicazione e controllo di quanto previsto dalla norma.
I comportamenti non corretti, oltre a determinare un danno allo Stato, costituiscono veri e propri “soprusi” nei confronti della collettività e di altro personale fuori da tali disposizioni.
È ben noto che non tutto può essere ricondotto alla “Giustizia” ordinaria, per via della mole di lavoro in cui è impegnata, ma qualche verifica mirata è più che mai necessaria.
Anche in considerazione che il comma 1 dell’articolo 3 della ormai famosa Legge 104/1992 stabilisce che: “E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica e sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale e di emarginazione.”
Se risultasse vero che gran parte del personale scolastico rientra in questo comma, il tutto diventa inquietante e preoccupante e pone un quesito non rinviabile:
Ma è la Scuola che rende invalidi…?
Il desiderio da parte di chi è succube di soprusi, imbrogli e raggiri, di un “Tex Willer” moderno, si fa sempre più forte ed è direttamente proporzionale alla diffusione del malaffare, della inefficienza e burocrazia che il cittadino comune senza “Santi e Protettori” è costretto giornalmente a subire.
Auspichiamo che ogni cittadino diventi il “Ranger” dell’era moderna, non certo per rievocare gesta giustizialiste da fumetto, ma sicuramente guardiano e custode di una legalità sempre più compromessa dall’egoismo, prevaricazione e prepotenza.
Ci auguriamo, inoltre, che quanto avvenuto alla Procura di Cosenza, possa verificarsi in ogni dove, per chiarezza e legittimità nei confronti degli aventi diritto e giustizia per tutti gli altri, così da eliminare il tarlo del dubbio sempre più insistente.
Questo post é stato letto 36150 volte!