Cosenza, Mimmo Bevacqua interviene alle celebrazioni per il quarantennale della Regione Calabria volute dalla Fondazione Guarasci

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il vicepresidente Mimmo Bevacqua

“40anni fa,  il 1970, nasceva l’istituzione “Regione Calabria”, primo presidente della Giunta – Antonio Guarasci, nato a Rogliano, uno di noi, un’esperienza umana che da la possibilità di ricordare ancora a noi stessi che non bisogna andare lontano per trovare esempi di vita e passione da portare ai nostri giovani inizia così l’intervento del Vice Presidente della Provincia di Cosenza Mimmo Bevacqua alla cerimonia inaugurale delle giornate di studio promosse dalla Fondazione Antonio Guarasci per celebrare il quarantennale della nascita della Regione e commemorare lo statista nato in provincia di Cosenza di cui il 2 ottobre ricorre il 36esimo anniversario della tragica morte.

Antonio Guarasci per Mimmo Bevacqua  rappresenta ancora oggi il prototipo di politico che non esiste più da molto tempo, di cui c’è bisogno in Calabria e che con forza ci si  sforza d’incarnare; cristiano, antifascista, un vero militante della giustizia e della libertà in lotta costante contro i totalitarismi fu un politico appassionato, un Presidente di Provincia e di Regione attento che aveva a cuore soprattutto i lavoratori; moltissimi i punti di contatto tra il nostro illustre concittadino scomparso e il Vice Presidente della Provincia di Cosenza che in maniera lucida rilegge con sincerità e critica costruttiva questi primi 40 anni di vita della Regione Calabria così da poter consolidare i successi ed imparare dagli errori”.

Bevacqua ricorda come i primi mesi della Regione Calabria furono segnati da fortissime tensioni, incomprensioni, da quei campanilismi che hanno sempre accompagnato il percorso amministrativo così da allontanare il sogno di unitarietà e solidità che si sarebbe sempre dovuto rincorrere. Ricorda il doloroso fallimento dei poli industriali e sottolinea la lezione che c’era da imparare da quest’esperienza e cioè quanto sia sbagliato avallare scelte che poca attinenza hanno con l’identità, le tradizioni e le aspirazioni della Calabria, una regione che vive di grandi contraddizioni, in cui sgomitano due anime, la prima che ne forma le professionalità, la seconda che ne lamenta le carenze.

Quella che offre Bevacqua non è solo un’analisi del vissuto, il Vice Presidente cala le proprie riflessioni nell’attualità del proprio territorio:  “Dopo 40anni  il nodo da sciogliere per la Regione Calabria si chiama oggi FEDERALISMO e noi siamo chiamati a vigilare che nessun torto sia fatto ai cittadini visto che, come ha ricordato il Presidente Oliverio, se la manovra dovesse essere applicata così com’è saranno altissimi i rischi di paralisi per le istituzioni ed enti locali del Sud , rimasti senza mezzi e senza risorse dopo i pesantissimi tagli che hanno subito comuni e province nelle ultime due manovre finanziarie.”

“La Regione – continua Bevacqua seguendo il filo del proprio lucido ragionamento – deve si guardare avanti ma deve farlo con responsabilità e coraggio consolidando il proprio patrimonio umano, deve farsi carico dei giovani calabresi rassegnati alla realtà che vivono, apatici, distanti dall’attivismo convinti dell’inutilità dell’azione politica. Ci  rifiutiamo di vivere in una Calabria che non riesce ad offrire possibilità ai propri figli, che fallisce ogni volta che mette in mano la valigia ad ognuno di loro nello stesso modo in cui l’aveva messa in mano ai loro nonni, in questa congiuntura storica sfavorevole alle classi più deboli è necessario pensare una politica che faccia fronte giorno dopo giorno all’emergenza occupazionale, alla recessione economica, alla crisi degli alloggi ma che riesca comunque a dare speranza, che continui a fare formazione, a finanziare gli scambi culturali ed ad offrire strumenti per poter trovare un posto dignitoso nella società.

Bevacqua parla così soprattutto ai giovani laureati, il Vice Presidente vuole un risveglio delle coscienze nei ragazzi a cui si rivolge, vuole e lavora per la rinascita della politica dal basso, dall’educazione dei giovani stessi all’attivismo perché se chiudono gli occhi loro non c’è possibilità di futuro per nessuno. Vuole vedere messe a frutto sul territorio le eccellenze e le professionalità che si formano ogni giorno in Provincia di Cosenza e in questo è del tutto simile a Guarasci che inculcava ai suoi studenti l’amore per la democrazia e la libertà  e che oggi avrebbe condiviso la “politica dell’ascolto”, vicina ai bisogni della gente, che Bevacqua sta, da tempo, portando avanti.

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Author: Consuelo

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