Questo post é stato letto 37100 volte!
La dirigenza di Confcommercio Cosenza interviene ancora sulla vicenda dei prodotti ortofrutticoli distribuiti gratuitamente in queste settimane in alcuni comuni della provincia. Situazione che sta mettendo a forte rischio la sopravvivenza delle attività di quanti hanno programmato forniture in vista delle festività natalizie, e che oggi restano ferme nei depositi e invendute nei negozi.
Il direttore di Confcommercio Cosenza, Maria Cocciolo, dopo aver investito ufficialmente il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, per richiedere di attivare urgentemente una serie di verifiche sulla regolarità di questa pratica e per attivare un controllo preventivo di natura sanitaria, ha ricevuto importanti rassicurazioni in merito a quanto richiesto dai responsabili degli uffici prefettizi.
Nei fatti, da qualche mese, a seguito delle misure di divieto sulle importazioni di prodotti europei attuate dal Governo russo, viene consentita l’erogazione gratuita di generi agroalimentari, che altrimenti andrebbero distrutti.
A tal proposito, stanno giungendo in alcuni comuni della provincia numerosi autoarticolati, provenienti da altre regioni, colmi di frutta e ortaggi che vengono distribuiti gratuitamente alla popolazione. Se in un primo momento si potrebbe pensare ad un gesto di grande generosità da parte dei donatori, ponendo la dovuta attenzione, si comprende che la situazione è completamente diversa. Attraverso la dazione gratuita di frutta e verdura, i donatori possono incamerare aiuti finanziari dell’Unione Europea secondo quanto stabilito dal Regolamento Delegato n. 1031/2014 della Commissione Europea.
Si tratta di un’iniziativa consentita dall’UE che, attraverso questa pratica, ripaga i produttori e i distributori italiani che stanno subendo un mancato incasso conseguente alle restrizioni imposte dal Governo russo.
Tutto questo sta causando, però, una forte ricaduta negativa sui mercati locali.
La nobile azione sarebbe giustificata se ciò avvenisse nel rispetto delle regole comunitarie, che in questi casi prevedono la distribuzione gratuita solo verso enti caritativi, scuole, istituti di pena o per opere di beneficenza. Invece, non solo non avviene quanto previsto dai regolamenti comunitari, ma con questa pratica della distribuzione gratuita si sta seriamente compromettendo tutta l’economia legata ai commercianti che vendono e distribuiscono prodotti ortofrutticoli.
Una chiara assenza di rispetto delle regole sulla concorrenza, ma anche una seria minaccia per la salute dei cittadini.
Il motivo delle preoccupazioni espresse da Confcommercio Cosenza si legano fondamentalmente a due aspetti: la totale assenza di rispetto delle norme igienico-sanitarie (la merce viene stoccata e distribuita in ambienti molto discutibili e con modalità poco affidabili, senza alcun controllo) e il mancato introito che sono costretti a subire i commercianti di frutta e verdura.
A tal proposito la sede cosentina di Confcommercio, pur apprezzando le rassicurazioni giunte dalla Prefettura di Cosenza, rivolge pubblicamente agli organi competenti alcune domande, riguardo a quanto sta avvenendo sotto gli occhi di tutti e con la partecipazione diretta di alcuni amministratori locali. Si vorrebbe comprendere, ad esempio: se si conosca la provenienza dei prodotti; come mai viene consentita la distribuzione di generi senza etichettatura; come si limita e se si inibisca l’arrivo di generi provenienti da alcune zone inquinate; come vengono verificate le modalità di trasporto e se si conoscono i soggetti che gestiscono questa distribuzione; se si conoscono le dinamiche che coprono i costi del trasporto; se esiste un motivo preciso circa l’interesse mostrato solo da un territorio e da alcuni comuni; come mai, ad oggi, non ci siano ancora stati dei seri controlli igienico-sanitari sulle modalità di stoccaggio e distribuzione dei prodotti. Tutte domande legittime, che vogliono tutelare il mercato, oltre chi vi opera, ma che hanno soprattutto il fine di vigilare sulla salute dei cittadini.
Sembra, infatti, che molti avventori provvedono a rivendere la frutta e gli ortaggi reperiti gratuitamente o più semplicemente la destinano all’alimentazione degli animali delle proprie fattorie. Tutto ciò con buona pace delle nobili finalità con cui il regolamento era stato pensato. Inutile dire che, in queste settimane, produttori e commercianti locali non riescono a vendere i loro prodotti e assistono inermi alla svalutazione della loro attività. Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni interessate da Confcommercio, va detto che se la situazione dovesse continuare a perdurare tanti imprenditori rischierebbero di chiudere la propria azienda.
Questo post é stato letto 37100 volte!