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L’emergenza rifiuti si affronta di petto e si risolve con scelte forti, decisive e soprattutto innovative. Possibilmente cercando di coinvolgere chi, in questi anni, ha manifestato la volontà di investire nel territorio ionico cosentino. In questa situazione – con un settore commissariato ed in carica da quasi tre lustri senza aver risolto un bel niente, con i cumuli della spazzatura da oltre un mese davanti alle porte dei nostri cittadini – è ormai chiaro che la Calabria ed in particolare la Sibaritide e l’Area urbana Corigliano-Rossano non hanno bisogno di idee oltranziste e contrastanti tra loro.
Serve, al contrario, una mediazione: tra chi predica la politica della differenziata, sventolando a volte anche ipocritamente la bandiera dell’ambientalismo, senza, però, proporre idee concrete per il superamento dell’emergenza; e chi guarda ai rifiuti solo come un problema, non cercandone, invece, il valore aggiunto che essi possono contenere, sia in termini economici, occupazionali ma anche sul piano della tecnologia e dell’innovazione.
Assisto quotidianamente – sostiene il consigliere provinciale Ernesto Rapani – ai tanti incontri ed alle determinazioni che ne scaturiscono. Ebbene, da quanto si può percepire sembra che il problema dei rifiuti sia un problema presentatosi oggi e legato principalmente alla funzionalità delle discariche, siano esse esaurite oppure sequestrate. E non basta dare corso all’apertura di una discarica per risolvere il problema! E’ vero, l’apertura di un nuovo sito di conferimento per i rifiuti risolverà la crisi odierna; probabilmente lo farà per qualche mese, per poi ritornare punto a capo o forse anche peggio. Questo – aggiunge Rapani – se non si procede ad una campagna per il riciclo dei rifiuti affiancata e supportata dall’introduzione di nuove tecnologie.
Quale occasione migliore, allora, per risolvere definitivamente l’annoso problema degli scarti. Un problema urgente, che sta interessando le istituzioni e l’opinione pubblica. Allora, perché non approfittare del supporto della tecnologia che ha saputo mettere a punto meccanismi adatti a vari scopi: nel risparmio energetico, nell’ambito del riciclo dei materiali obsoleti in dismissione d’uso, degli imballi e dei materiali di consumo e trasformazione?
Bisogna entrare nell’ottica che gli scarti non devono essere riabbancati: SE NON POSSONO ESSERE RIUTILIZZATI, VANNO DISTRUTTI.
Per il futuro, ovviamente non immediato, non è possibile continuare a pensare all’individuazione di siti sui quali realizzare ulteriori discariche. Bisogna puntare, quindi, in alternativa, alla pirogassificazione: un sistema innovativo di trasformazione dei rifiuti che ottimizza i vantaggi della pirolisi e della gassificazione. Un ciclo sicuro e pulito già ampiamente sperimentato in Europa ed in alcune aree del Nord Italia. I pirogassificatori non producono scarti residui da conferire in discarica ma residui inorganici inerti riutilizzabili in edilizia; recupera l’energia chimica del rifiuto o della biomassa processati, trasformandoli in combustibile gassoso pulito.
Ecco perché – aggiunge Rapani – mi sarei aspettato una proposta mirata alla risoluzione definitiva della problematica. Per cui se risulta a vero che c’è l’intenzione di risolvere il problema non c’è alternativa se non, appunto, ricorrere alla realizzazione di un impianto di pirogassificazione che impiega in qualità di fonte energetica biomassa vegetale proveniente direttamente o in qualità di sottoprodotti da coltivazioni erbacee, arboree, residui e scarti derivanti dalla potatura e dalla manutenzione del bosco, altre matrici quali i reflui dell’allevamento zootecnico, i fanghi prodotti dai processi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali, i sottoprodotti dell’industria agroalimentare, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e le plastiche, tutti materiali che risultano idonei all’impiego. I motivi per la scelta di un impianto del genere – conclude il consigliere provinciale – sono molteplici: recupero energetico tramite gassificazione e combustione integrata; Bonifica di discariche; Generazione di energia termica o elettrica tramite combustibili da biomassa, produce energia elettrica in totale assenza di emissioni perché non ha camini.
Il consigliere provinciale del Pdl, Arch. Ernesto Rapani
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