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“Si è scelto di rivolgere la propria attenzione ad un tema di grande delicatezza e attualità”. Esordisce così il comunicato stampa dell’associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani per la Tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia – Sezione Distrettuale di Catanzaro – che, insieme all’Ordine degli Avvocati di Cosenza, all’Istituto Comprensivo di Castrolibero e all’Associazione ItalDetectives, ha organizzato un convegno su “Abusi e falsi abusi: quale tutela e quali garanzie per i minori”.
Il seminario si terrà martedì 12 aprile 2011, con inizio alle ore 16, presso l’Aula 16 del Palazzo di Giustizia di Cosenza. Al centro degli interventi delle relazioni programmate ci saranno gli abusi e i falsi abusi, che si consumano comunque sulla pelle e a danno dei bambini. Il programma prevede i saluti del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Oreste Morcavallo, e l’introduzione della presidente AMI della Sezione Distrettuale di Catanzaro, Margherita Corriere.
A questi, con la moderazione del giornalista Valerio Caparelli, seguiranno le relazioni di Simonetta Costanzo, psicoterapeuta clinica e docente di psicopedagogia e pedagogia del linguaggio presso l’UNICAL, Antonio Bruno Tridico, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, e Letizia Del Capraro, responsabile del settore studi legislativi della ItalDetectives Association. “Le cronache ci riferiscono come l’abuso sessuale sia un fenomeno diffuso a tutte le latitudini e in tutti i livelli sociali – riferisce nella nota l’avvocato Corriere –.
Inoltre, ultimamente, constatiamo sempre più come nelle separazioni sia invalso il malcostume di denunciare il coniuge di abusi mai perpetrati pur di estrometterlo dalla vita del figlio. Queste denunce, mentre si utilizza il tempo necessario per accertarne la veridicità, che solitamente durano non meno di 4/5 anni, hanno come conseguenza immediata quella di far sì che il bambino possa non vedere, per la durata di quel periodo, il genitore falsamente accusato, che nella maggior parte dei casi è il padre.
Solo quando il denunciato verrà prosciolto dall’accusa, questi potrà cominciare a rivedere il figlio. Ma ancora non come prima della denuncia, ma solo in spazi protetti e con la conseguente possibilità che il bambino potrebbe rifiutarsi di incontralo, qualora il minore fosse vittima della cosiddetta PAS, la sindrome da alienazione parentale”. Un tema delicato che è anche un’operazione culturale verso la società, oltre che di formazione verso gli operatori del settore.
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