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La Guardia di Finanza di Cosenza ha denunciato alla Procura della Repubblica quattro dipendenti I.N.A.I.L. per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato.
L’indagine, svolta con la continua collaborazione della stessa I.N.A.I.L., ha ricostruito le attività di un dipendente che, sfruttando la sua posizione all’interno dell’Ente e i dati riservati in suo possesso, si occupava e gestiva in orario di ufficio di due patronati in conflitto con l’attività di servizio.
Un vero e proprio doppio lavoro attuato attraverso l’intestazione di attività a terze persone. Uno dei dipendenti attestava falsamente la propria presenza in ufficio mentre si trovava in altri luoghi -“coperto” dai tre colleghi -, i quali, in diverse occasioni, ne hanno falsamente attestato la presenza in ufficio attraverso la “strisciata” del badge personale.
Prestazioni mai svolte ed ore lavorative falsamente dichiarate come effettuate ed utilizzate per gestire un sindacato e due patronati E.N.A.C. nell’alto Tirreno cosentino.
Il dipendente pubblico consultava abusivamente le banche dati dell’Ente e ricavava informazioni utili a procacciare assistiti per il patronato.
Al termine delle indagini l’Autorità Giudiziaria ha rinviato a giudizio i quattro pubblici dipendenti per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Il principale indagato si è reso altresì responsabile di appropriazione indebita, accesso abusivo a sistema informatico e diffusione abusiva di codici di accesso , un reato quest’ultimo che prevede, per l’incaricato di un pubblico servizio, la reclusione da 1 a 5 anni.
Il servizio testimonia come la Guardia di Finanza dedichi particolare impegno per la scoperta di comportamenti illeciti che causano nocumento al bilancio dello Stato e danno ai servizi essenziali al cittadino.
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