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49 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti presunti affiliati alla cosca Bruni della ‘ndrangheta sono in corso a Cosenza nell’ambito di un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale e della Squadra mobile. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda e uno riguarda, tra gli altri, l’ex parlamentare dell’Udeur Bonaventura La Macchia.
Secondo quanto é emerso dalle indagini, la cosca Bruni si sarebbe infiltrata in numerose attività imprenditoriali come i servizi di onoranze funebri ed una discoteca nel centro di Cosenza. Il gruppo criminale avrebbe avuto anche un ruolo attivo nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni e nelle rapine contro i furgoni portavalori eseguite con la complicita’ di mafiosi pugliesi.
Sarebbe stato inserito nel racket delle pompe funebri, grazie ai suoi collegamenti con il titolare di una casa di cura di Cosenza, Bonaventura La Macchia, di 57 anni, accusato di tentata estorsione, aggravata dalle modalità mafiose. L’ex parlamentare, in particolare, avrebbe fatto pressioni sul proprietario della casa di cura per fare in modo che il servizio di pompe funebri per le persone che morivano nella clinica fosse affidato ad un impresa che sarebbe stata collegata alla cosca Bruni della ‘ndrangheta.
La Macchia é stato arrestato dalla Squadra mobile di Cosenza nella sua abitazione di Roma con la collaborazione della Questura della capitale. La Macchia era stato eletto deputato nel 1996 con la Lista Dini e nel 1999 aveva aderito all’Udeur.
Tra gli arrestati figurano anche due carabinieri, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. L’inchiesta che ha portato all’arresto di La Macchia e delle altre persone coinvolte nell’operazione é stata condotta dai pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto, Raffaella Sforza, Claudio Curreli e Adriano Del Bene (questi ultimi due applicati dalla Procura della Repubblica di Cosenza).
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