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Tanto rumore per nulla, alla fine Bossi & company hanno ottenuto ciò che volevano, non è la prima volta.
Siamo così assuefatti all’andazzo che niente smuove il pacato ed agiato universo politico meridionale.
Il popolo leghista mai sazio, continua a portare a casa il “di più”, niente di male se altri avessero almeno l’indispensabile; e non si dica che sono solo sedi di rappresentanza!!!
Se così fosse perché non estenderle anche al Sud ?
Forse perché nessuno lo ha chiesto, bene lo facciamo noi e chiediamo al Presidente del Consiglio di voler istituire un Dicastero Ministeriale in ogni regione del Sud, isole comprese: Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Se la Lega chiede deve anche concedere, il Sud ha già dato e tanto, inutile ripeterci, da 150 anni è un continuo impoverimento e non è finita, a breve pagheremo anche per la mulattiera denominata autostrada Salerno – Reggio Calabria quale obolo di ringraziamento per il ricorrente pensiero al Canto Terzo dell’Inferno Dantesco ogni qualvolta si costretti a percorrerla..”..per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente…”.
Eppure sono le grandi imprese del nord che costruiscono le poche grandi opere del sud e che sempre al nord pagano le tasse… ammesso che le paghino… in considerazione dei dati sull’evasione che si registra al nord su valori assoluti; ma di fatto in altre zone della nostra beneamata Italia si completano i lavori per le terze corsie, da noi manca anche la prima.
Nessuna paura quindi ad opporsi e puntare i piedi, a superare e vincere la vergognosa riverenza verso il potere romano e lombardo; la secessione esiste già, si tratta soltanto di ratificarla.
Il peggio può ancora venire soltanto dall’ostinazione di mantenere nella forma ciò che la quotidianità smentisce clamorosamente e nel raggiro in cui la classe politica mantiene la cittadinanza meridionale con la complicità latente dei propri rappresentanti istituzionali.
Al mondo politico di destra, sinistra o centro, di maggioranza o di opposizione, tale ratifica non conviene; significherebbe sancire in tutto e per tutto il loro universale fallimento, oltre alla perdita di ogni beneficio e prebenda.
Si constata, invece, che pur di non alzare la voce si sceglie di mantenere nel disagio, imprese e famiglie ed azzerare il futuro della gioventù meridionale.
In tali condizioni un sud autonomo e consapevole ha tutto da guadagnare e null’altro da perdere; sarà il nord a doversi preoccupare e trovare altri alibi o smorzare l’infinita ingordigia.
Un sussulto d’orgoglio non guasterebbe, la dignità di gente del sud, prima che di politici lo impone!
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