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di Cristian Fiorentino
Nelle frazioni montane di Corigliano, come da tradizione da qualche tempo, anche nell’estate 2014 si è rinnovato l’appuntamento con la festa di San Francesco di Paola. Manifestazione religiosa, voluta e iniziata negli anni passati da Padre Giovanni Cozzolino, che nei giorni scorsi si è svolta tra riti, processioni e la indubbia fede dei coriglianesi che nutrono nei confronti del “Vero e Primo” cittadino della città da sempre.
Programma snodatosi con l’arrivo del Santo Patrono il 28 agosto presso il santuario al Monte di Piana Caruso. Iter di processioni proseguite tra le comunità montane di Baraccone e Simonetti, dove la statua del Santo ha soggiornato per una notte intera. Nelle tre frazioni coriglianesi diversi i momenti dedicati al Taumaturgo calabrese con tanto di solenni messe sia al Baraccone che a Piana Caruso da dove lunedì primo settembre la statua del Santo ha fatto ritorno al santuario del centro storico.
Il credo religioso dei coriglianesi nei confronti del Frate di Paola è indelebile nel tempo e ogni occasione, come anche quella della festa estiva, è reale per manifestare le proprie preghiere e intenzioni al Santo. Non sono mancati anche momenti extra religiosi e soprattutto la rappresentazione in vernacolo di domenica sera 31 agosto dal titolo “Timp russ a Russan e mulicatini a Crojiani – ovvero Le campane del Patire”.
Quale migliore occasione se non la festa patronale, per giunta estiva, per riproporre il successo teatrale dell’area urbana, degli ultimi tempi, venuto fuori dalla fusione e dal sapiente lavoro delle due compagnie “Vincenzo Tieri”, di Corigliano, e “Otto&Nove GranTeatro” di Rossano.
Alla presenza di un numeroso pubblico, la rappresentazione scenica, dettata dalla bravura degli allietanti attori, si è articolata tra ilarità e saggi spunti intrise di vecchie leggende e diatribe tra i due paesi, da sempre “rivali”, con un sana morale finale e per la gioia dei presenti. Protagonista della festa montana, tuttavia, resta sempre l’amore e ka devozione per San Francesco di Paola tra fedeli residenti, della città vacanzieri e emigranti e per un Santo definito “Gigante della Fede” e sempre moderno con i suoi insegnamenti.
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