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di Cristian Fiorentino
<<Mi sono stufato di tutta questa indecenza>>. Antonio Petrone, un energico disabile della città di Corigliano, sbotta per le misure che la categoria dovrebbe avere ma che in realtà non detiene. <<Invece di pensare- prosegue Antonio- solo a multe e controlli per bancarelle e venditori ambulanti, bisognerebbe destare più attenzione alle misure che noi disabili non abbiamo in questo paese. Il disabile, non solo a parola, ma anche fattivamente è un essere umano in tutti gli aspetti della quotidianità. Il mio appello è rivolto a quei politici dell’amministrazione che guidano la città coriglianese. Ho un repertorio di foto che testimoniano le carenze logistiche strutturali per “muoversi” in qualsiasi angolo della città. Il mio comune non mi offre i diritti come disabile e mi piacerebbe sapere se qualcuno effettua dei controlli accurati per questa categoria che conta quasi quanto lo zero. Per non parlare della mancanza di mezzi e attrezzature, altro grosso limite per ovviare alle varie lacune. Mentre in altre località esistono qui sono fantascienza, ad esempio, le passarelle per disabili al mare.
Potrei continuare evidenziando luoghi inaccessibili perché mancano rampe ad hoc che quotidianamente impediscono l’accesso ai disabili. Laddove ci sono spesso ritroviamo macchine parcheggiate senza che nessuno si preoccupi di far sgombrare i passaggi o varchi. Le mie osservazioni e disagi le ho constatate ovunque: per andare ai negozi, per recarmi in altri posti e anche in luoghi pubblici>>. Antonio Petrone, oltretutto, da tempo auspica un intervento serio di sinergia con istituzioni e associazione sportive, per iniziative che possano coinvolgere maggiormente i disabili nelle attività ginniche. In questi giorni, con delle ruote speciali, Antonio ha partecipato anche alla Maratona di Corigliano percorrendo 7 km in carrozzina. La voglia di vivere e la determinazione nel voler affrontare ogni circostanza al buon Antonio Petrone, tifosissimo del Fabrizio C5, non mancano.
Serve solo maggiore attenzione per ovviare a delle problematiche che possano mettere Antonio e gli altri disabili in condizione di accessibilità un po’ di tutti i settori del vivere giornaliero e in spazi chiusi all’aperto: in ogni dove del proprio paese che persone come Antonio amano, forse più di altri, a spada tratta. Il sogno di Antonio Petrone che sta consultando da tempo associazioni e enti sportivi e istituzionali, resta una squadra di wheelchair hockey, hockey in carrozzina, già diffuso in altri luoghi in Italia ma che causa strutture e soprattutto palazzetti non permette a tanti diversamente abili come il buon Antonio di praticare una o più discipline.
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