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Se c’è stato, nei decenni passati e fino ai giorni nostri, un ostacolo insormontabile, non soltanto all’avvio del confronto sulla fusione delle due nostre città di cui oggi si parla ma ad ogni forma di dialogo e collaborazione utile tra le due nostre comunità ed istituzioni, questo non va certamente ricercato nella classe politica di Corigliano, interamente considerata ed a prescindere dal colore politico. Chi oggi, forse definitivamente a corto di qualsiasi altro argomento o risorsa, pensa di poter cavalcare finanche il dibattito sull’opportunità o sui presunti ritardi rispetto al progetto del comune unico dell’Area Urbana, farebbe bene a fare prima un doveroso mea culpa. Perché se vi è stato storicamente campanilismo, chiusura territoriale, presunzione di autonomia e quasi di autarchia, rifiutando come è noto dialogo e sinergie perfino nell’ambito della stessa area politica di riferimento, non è stato certamente il sottoscritto, né altri rappresentanti delle istituzioni e della politica di Corigliano. E assumendomi tutta la responsabilità di queste mie affermazioni so di poter tranquillamente riconoscere che quanto appena detto è cosa notoria e pacifica nella stessa opinione pubblica rossanese, di centro destra e di sinistra. Certi neo paladini della fusione e certi fustigatori del presunto immobilismo di Corigliano hanno tanti di quegli scheletri nell’armadio di un municipalismo eretto a vessillo del proprio buon governo che oggi farebbero figura sicuramente più sobria se si limitassero a stare nel coro, senza fughe in avanti o protagonismi su questioni e temi a loro caratterialmente estranei.
È quanto dichiara il Sindaco di Corigliano Giuseppe GERACI, ritornando su quelle che egli definisce pieghe inaccettabili, strumentali e mediocri del confronto politico sulla grande e straordinaria opportunità storica della fusione tra Corigliano e Rossano.
Le due amministrazioni comunali – continua il Primo Cittadino – erano e sono entrambe pronte a dar seguito al procedimento amministrativo che prevede l’approvazione della delibera di indirizzo da inviare alla Regione per dare poi la parola ai cittadini delle due comunità. Entro il prossimo Natale si possono tenere i due consigli comunali ad hoc. Non vi è, da parte di nessuna delle due amministrazioni, alcun ritardo, né alcuna misteriosa forza contraria a questo che riteniamo un processo inarrestabile e positivo da tutti i punti di vista. Stupisce soltanto constatare – va avanti – che ci si continui a meravigliare di quella che è stata una normale esigenza posta e motivata dal nostro Esecutivo: quella cioè di intensificare, parallelamente all’iter burocratico, le iniziative di carattere culturale per consolidare dal basso le ragioni reali e spirituali di una autentica conurbazione tra le due città e le due comunità. Lo abbiamo sostenuto in tempi non sospetti: è rischioso motivare l’opportunità della fusione, così come continua a fare qualcuno, solo attraverso ragioni di ordine ed utilità economica.
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