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Si chiama “CURGHIJENI IJERI E GGOJ” e nasce per colmare un vistoso vuoto nel panorama artistico-culturale del luogo. Trattasi di una neonata Compagnia teatrale, sorta ad opera di alcuni cittadini: donne e uomini, giovani e meno giovani, che intendono coltivare assieme lo studio e la diffusione della cultura locale attraverso il vernacolo (e non solo).
Per passione e per diletto, si è così dato vita al suddetto sodalizio, che avrà sede presso alcuni locali della chiesa “Santi Nicola e Leone” di Corigliano Scalo, gentilmente messi a disposizione dal parroco don Francesco AGRIPPINO, sempre sensibile e attento alle istanze provenienti dalla comunità coriglianese. Nel pomeriggio di ieri, si sono così ritrovati, presso la chiesa di via Nazionale, alcuni dei componenti la Compagnia teatrale, che nasce e si configura come Associazione culturale e punta a portare in scena nei prossimi mesi spettacoli afferenti la lingua, la storia, le tradizioni, i costumi della Corigliano di ieri e di oggi.
A ricoprire l’incarico di presidente della Compagnia, l’insegnante Isabella FRECCIA, già autrice del libro “U’ spaventapasseri nnamureti e altri racconti in coriglianese”: la stessa, che fortemente ha voluto la nascita del sodalizio, avrà anche il ruolo di scrittrice dei testi che verranno portati in scena; a svolgere il ruolo di vice presidente, nonché di coordinatrice, la giovane Benedetta SCARPINO, mentre per la figura di regista è stato designato il giornalista Fabio PISTOIA.
Associati della Compagnia che si cimenteranno come attori, vestendo dunque i panni dei personaggi fuorusciti dalla penna di Isabella Freccia, sono: Isabella FRECCIA, Benedetta SCARPINO, Clara PELLICANO’, Anna Maria VISCIGLIA, Lidia SAPIA, Fabio PISTOIA, Leonardo VISCIGLIA, Sergio FIORENZA, Salvatore “Thuro” GARGIULLI. Altri associati, ossia facenti parte della Compagnia ma che non si cimenteranno nell’interpretazione, sono: avvocato Antonio PASSERINI, Mario MADEO, Salvatore PIPIERI, Rita SPOSATO, Cosimo LINO.
“La Compagnia – spiegano gli organizzatori – nasce con l’obiettivo di non far disperdere la preziosa tradizione teatrale in dialetto che Corigliano può e deve vantare. Non è un caso che si decida di farlo in questo particolare momento storico, per rilanciare una comunità che necessita di unione, riscatto sociale, promozione culturale, speranza per l’avvenire.
Un particolare ringraziamento si rivolge al sacerdote don Francesco Agrippino per la disponibilità e la collaborazione nella concessione dei locali della chiesa intitolata ai Santi Nicola Abenante e Leone Somma (i due giovani francescani, martirizzati a Ceuta, in Marocco, assieme ad altri cinque confratelli calabresi, nel 1227, durante la loro testimonianza evangelica in terra africana), luogo di culto e aggregazione di vitale importanza per la nostra città”.
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