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Legati storicamente al ”locale” di Corigliano, una delle cosche piu’ potenti della Calabria, che opera nell’alto Ionio cosentino: cosi’ alcuni collaboratori di giustizia hanno definito Mario e Franco Straface, imprenditori, fratelli del sindaco di Corigliano Calabro, Pasqualina Straface, arrestati nel corso dell’operazione ”Santa Tecla” condotta nel luglio scorso da carabinieri e guardia di finanza.
Un’inchiesta, quella della Dda di Catanzaro, in cui e’ indagata per concorso esterno in associazione mafiosa anche Pasqualina Straface, del Pdl, eletta sindaco lo scorso anno, e che oggi ha portato il Prefetto di Cosenza a nominare la commissione d’accesso antimafia al Comune.
I due imprenditori, attualmente detenuti, sono accusati, tra l’altro, per un’estorsione compiuta nel corso della realizzazione di un villaggio turistico. Il titolare della societa’ che stava realizzando la struttura, e’ l’accusa mossa dalla Dda, sarebbe stato costretto da Maurizio Barilari, ritenuto il capo della cosca di Corigliano, ad affidare un appalto milionario, prima per la sola fornitura del cemento e poi per tutta l’opera, alla Straface Srl di Mario e Franco. Gli imprenditori poi scelto le imprese subappaltatrici che hanno fatturato alla ditta Straface importi non dovuti grazie ai quali sono stati creati fondi neri girati poi alla cosca.
I fratelli Straface, inoltre, secondo l’accusa, con l’appoggio dei vertici della cosca, hanno imposto all’imprenditore condizioni economiche tali da determinare un aggravio di spesa superiore al 20% dell’importo dei lavori. L’avvio delle procedure per l’accertamento di eventuali infiltrazioni della criminalita’ organizzata nel Comune di Corigliano, e’ stato sollecitato, in questi mesi, da vari esponenti politici del Pd e di Idv e dalla deputata Angela Napoli, di Fli. (Ansa)
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