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Sequestrato l’impianto di depurazione comunale di località BOSCARELLO. Scoperti scarichi anomali che, attraverso una condotta sottomarina, confluivano liquame depurato misto a liquame non trattato in mare ed una condotta interrata che scaricava nel Torrente CORIGLIANETO prima, e successivamente in mare.
A darne notizia è il Sindaco Giuseppe GERACI che nelle scorse settimane aveva prima ripetutamente allertato Carabinieri, Nucleo Operativo Ambientale (NOE) e Forestale, a seguito della persistenza dei cattivi odori lamentati a Schiavonea e poi sollecitato verifiche ed interventi nella riunione ad hoc con la Capitaneria di Porto, svoltasi alla presenza e dell’ARPACAL, rappresentata dalla Dott.ssa Evelina PROVENZA e dell’Ing. Antonio DURANTE, caposettore ambiente del Comune di Corigliano. – La notifica del sequestro preventivo è pervenuta nel tardo pomeriggio di oggi al Primo Cittadino il quale annuncia che l’Amministrazione Comunale, auspicando l’individuazione celere delle eventuali responsabilità. si riserva di intraprendere ogni azione a tutela e risarcitoria.
La scoperta è avvenuta lunedì 30 marzo, a seguito del sopralluogo degli ufficiali della Guardia Costiera e degli agenti della polizia giudiziaria, sollecitati nei giorni scorsi dall’ufficio manutentivo comunale, ad intervenire per presunti scarichi anomali segnalati dalla ditta che ha in gestione l’impianto.
Nel pozzetto dei liquami provenienti dallo scalo – si legge nella relazione – risultava presente una paratia metallica mobile verticale(al momento della verifica chiusa) dotata, nella parte superiore, di un cavetto d’acciaio che, azionata manualmente permetterebbe ladeviazione dei reflui non depurati direttamente in un labirinto che, mediante una condotta, raggiungerebbero l’alveo del torrente Coriglianeto e, quindi, il mare Ionio, by-passando, difatti, l’intero processo di depurazione. Da un’attenta ispezione delle due vasche dissabbiartici – aggiunge il documento – ove erano ubicate le pompe ad immersione che spingevano i reflui in arrivo nella vasca di ossidazione, emergeva la presenza di due fenditure, una per vasca, dalle quali, parte dei liquami non depurati anziché essere avviati al ciclo di depurazione, si riversavano direttamente nella vasca principale di raccolta finale, da cui il liquame depurato, miscelato a quello non depurato, veniva pompato a pressione nel mar Ionio, a circa 850 metri dalla costa. Osservando la vasca principale di raccolta finale che si è accertato essere interessata dall’arrivo di reflui “depurati” e liquami che by-passano totalmente il ciclo depurativo, si constatava che era dotata di una condotta di “troppo pieno” mediante la quale i reflui miscelati, per caduta, giungevano nel labirinto che, mediante una condotta, raggiungerebbero l’alveo del torrente “Coriglianeto” e quindi il mare Ionio. All’atto dell’accertamento il livello dei liquami presenti nella vasca principale di raccolta finale lambiva il tubo di “troppo pieno” che, in condizione di maggiore afflusso di reflui, legato ad esempio all’aumento demografico esponenziale che si registra nella stagione estiva, sarebbe sicuramente tracimato di reflui depurati misti a quelli non depurati con irrimediabile riversamento nel torrente Coriglianeto
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