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Cosenza oggi, Rende e altri comuni ieri, subiscono vere e proprie vessazioni da parte della Sorical. La società che gestisce il servizio idrico in Calabria, facendo gli interessi della Veolia, multinazionale, leader mondiale nel commercio dell’acqua, e che si occupa anche di rifiuti, come l’inceneritore di Gioia Tauro e la discarica di Crotone. La stessa città di Lamezia Terme è stata, fino all’altro ieri, sotto l’attacco della Sorical. ed il Sindaco, Gianni Speranza, aveva annunciato lo scorso 2 dicembre un formale ricorso contro la stessa società.
Apprendiamo dalla stampa, però, che l’azione legale è stata ritirata perché un ennesimo accordo capestro è stato siglato tra le parti. Accordo che fa svanire la possibilità di una battaglia solo apparentemente legale ma che invece riguarda, in definitiva, la tutela degli interessi di intere comunità e di un bene comune come, appunto, l’acqua. Su questo chiediamo che venga data risposta alla lettera che il Comitato lametino Acqua Pubblica ha inviato la scorsa settimana al sindaco della città ed al presidente del Consiglio comunale.
È il tempo di dire “Mo basta”. La Sorical non può interrompere o ridurre l’erogazione dell’acqua. L’acqua è un diritto fondamentale che deve essere garantito. È stato sancito dall’Onu.
I sindaci di Cosenza e di Lamezia Terme esprimono perplessità rispetto all’operato della Sorical, ma non può bastare. Occorrono fatti. 800.000 calabresi, 27 milioni di italiani, hanno detto chiaramente che l’acqua deve essere pubblica e partecipata. 8 consiglieri regionali hanno presentato una mozione che va in questa direzione. I sindaci possono rescindere il contratto con la Sorical e rendersi autonomi. La strada è quella segnata dall’amministrazione di Napoli che, costituendo l’azienda speciale ABC di diritto pubblico, permette la partecipazione dei cittadini e delle associazioni nella gestione e nel controllo del servizio idrico. Inoltre, lo scorso week end si è costituita la rete europea per l’acqua bene comune che ha elaborato una carta in cui vengono individuati i principi fondamentali per l’esercizio di questo diritto.
Il Forum dei movimenti per l’Acqua pubblica sta avviando una campagna nazionale di “Obbedienza civile” per il rispetto del risultato del secondo quesito referendario in cui si chiedeva l’abbattimento del 7% della remunerazione del capitale. Dal 21 luglio la Corte costituzionale ha dato il via al rispetto della volontà dei 27 milioni di cittadini italiani. Pertanto, sarà organizzata una campagna per rendere operativa la riduzione della bolletta dell’acqua, come previsto dall’esito referendario.
Nella nostra regione, ci troviamo in un contesto normativo diverso che non consente di aderire alla campagna come nella maggior parte del territorio italiano. Esistono, in Calabria, delle tariffe illegittime che vengono applicate dalla Sorical su proposta della Regione: sono presenti aumenti illegittimi che superano il 21%. I Comuni, clienti della Sorical, anche su questo dovrebbero farsi sentire; al limite adire a vie legali come hanno già fatto altri enti.
L’ultima sonora bocciatura del perverso sistema viene dalla Corte dei Conti calabrese che invita la Regione anche a rivedere anche la normativa del settore.
Il Coordinamento Calabrese per l’Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” farà la sua parte a fianco dei cittadini che vorranno riappropriarsi di un bene comune come l’acqua.
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