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Parte il primo appuntamento degli eventi formativi per il 2016 dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani della Sezione di Catanzaro.
Si tratta di un evento sullo scottante tema della CTU per verificare l’idoneità genitoriale. Di questo argomento si parlerà nel convegno “La Consulenza Tecnica d’Ufficio quale strumento privilegiato di valutazione dell’idoneità genitoriale nei procedimenti relativi all’affido della prole”, che si terrà presso la sala della Biblioteca “Arnoni” del Tribunale di Cosenza, per le ore 16.00 di venerdì 22 Gennaio 2016.
La valutazione della genitorialità è una complessa attività di diagnosi, che deve tener conto di diversi parametri, secondo un’area di ricerca multidisciplinare che valorizza i contributi della psicologia forense e della neuropsichiatria infantile. Organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Cosenza, l’evento formativo mostrerà come, purtroppo, capita sovente che durante le cause di separazione e divorzio la conflittualità tra coniugi giunga a livelli così esasperati da coinvolgere anche i figli minori, che vengono trattati quali strumenti di belligeranza.
All’evento, moderato dall’addetto stampa dell’AMI, Valerio Caparelli, porterà i saluti il Presidente dell’Ordine degli Avvocati del foro bruzio, Oreste Morcavallo. Dopo l’introduzione della Presidente dell’AMI Calabria, Margherita Corriere, seguirà una simulazione dell’incontro con il CTU e l’intervento dimostrativo con lo psicologo e criminologo Marco Pingitore. Il convegno, aperto a tutti gratuitamente, dà diritto a 3 crediti formativi.
La finalità del convegno è quello di sensibilizzare il delicato lavoro dell’avvocato matrimonialista, che deve far comprendere al proprio cliente come le contese e le guerre tra coniugi non avranno mai dei vincitori, ma solo dei vinti, in particolare i figli, che sono spesso soggetti a grave violenza emozionale. I minori hanno il sacrosanto diritto alla bigenitorialità, ovvero a essere curati, amati, educati, istruiti da entrambe le figure genitoriali, ma quando i coniugi non riescono a trovare un accordo e si fanno la guerra, non di rado finiscono per screditarsi a vicenda, richiedendo l’affidamento esclusivo dei figli e attuando irresponsabili e negative ritorsioni, che fanno tanto male alla prole.
Dovrà essere il giudice a stabilire se e quanto ciascun coniuge sia capace di essere un valido genitore, ovvero se vi è, eventualmente, incapacità in uno o entrambi i genitori, onde disporre l’affidamento dei figli in modo diverso da quello previsto di massima dalla legge, conosciuto come “condiviso”. Per fare questo, di solito, il giudice nomina un suo ausiliario, un cosiddetto CTU (psicologo o psichiatra, ndr) per valutare l’idoneità genitoriale della coppia contendente.
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