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Riceviamo e pubblichiamo dal Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende
“Il caso del Consorzio Valle Crati presenta molte zone d’ombra che sarebbe il caso di investigare. Eravamo già intervenuti sulla vicenda per spiegare che le mani dei partiti si sono posati su quei 35milioni di euro che serviranno al completamento della rete fognaria nei Comuni consorziati per superare le criticità che ogni anno ci costano i richiami e le contravvenzioni dell’Unione Europea. Ma scorrendo il “Piano di fattibilità” abbiamo scoperto che con questa procedura le tariffe invece di diminuire, aumenteranno. Una procedura aperta per l’affidamento in project financing a gara unica della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva per l’adeguamento tecnologico e funzionale delle opere di collettamento e dell’impianto di depurazione consortile sito in c/da Coda di Volpe del comune di Rende (Delibera Cipe n. 60/2012).
Logica vuole, e lo scrive anche l’ingegnere Arturo Bartucci che ha redatto tutti gli elaborati preliminari al piano, che più sono i comuni consorziati, più si dovrebbe risparmiare. “La tariffa – scrive Bartucci – a seguito degli interventi programmati che aumenteranno il bacino di utenza e della gestione per 15 anni dell’intero sistema fognario risulterà più o meno quella attuale . Tutto ciò consentirà comunque […] un mantenimento basso del livello di imposizione tributario compatibile con la realtà socio – economica di riferimento […]”. E ancora: “Nel presente Piano di fattibilità è stata ipotizzata anche un’ulteriore possibile contenimento dei costi di gestione […]”. Fin qui sembra che si stia operando per un reale risparmio dei cittadini/utenti. Ma sfogliando il Piano Economico Finanziario (Pef) si scopre invece che la tariffa attualmente applicata è pari a 0.3800 euro (38 centesimi) al metro cubo depurato mentre la tariffa finale sarà di 0.4055 euro (40 centesimi) al metro cubo. Un aumento considerevole, visto quanto scritto in precedenza che evidentemente vale solo come intenzione, e niente più. Un aumento di 2 centesimi, ragguardevole per la mole di liquami che ogni anno andrà a smaltire l’impianto di Contrada Coda di Volpe a Rende, che grazie a questo bando sarà anche potenziato.
Per quanto concerne il riconoscimento dei ‘volumi trattati’, verranno riconosciuti alla gestione (e dunque fatturabili) i volumi al netto della portata di piogge che la normativa di settore esclude dal trattamento completo, comunque non superiori a 31.449.000 mc/anno nella fase a regime e dopo aver ultimato i lavori…”. Facendo due conti con la tariffa unitaria posta a base di gara per la gestione dell’intera filiera fognario depurativa che, come ricordato, è pari a € 0,4055/mc risulta che per circa 30mila metri cubi all’anno (ovvero la soglia posta dalla legge) di smaltimento di acque reflue, la ditta vincitrice potrebbe incassare 12 milioni all’anno per 15 anni (tanto durerà l’affidamento in project financing) per un totale di 180 milioni di euro.
Queste cifre appaiono spropositate se le si paragonano alla realtà di Reggio Calabria, dove si è già svolto un bando di gara simile, vinto dall’ATI composta dalla spagnola Acciona Agua e dalla IdroReghium dove, però la tariffa fissata nel bando di gara inerente la gestione di depurazione della città di Reggio Calabria era di € 0,20/mc. Con lo stesso tipo di tariffa la ditta che vincerà il bando cosentino avrebbe ricevuto 6 milioni di euro l’anno e 90 milioni in totale per 15 anni, quindi 90 milioni di soldi pubblici risparmiati. Ma evidentemente i liquami degli abitanti del cosentino valgono di più di quelli del reggino.
C’è poi un altro particolare che apprendiamo dagli organi di stampa e che ci preoccupa molto: sembra che il bando di gara sia stato scritto per favorire una ditta in particolare, il cui amministratore è già stato coinvolto in passato in scandali come la P4, in finanziamenti in nero a politici di vari schieramenti e in corruzione/concussione di ufficiali giudiziari.
In conclusione rinnoviamo il nostro invito al sindaco Manna di lasciare il posto che attualmente occupa al Cda del Consorzio Valle Crati e nominare un esperto della materia, assolutamente esterno ed estraneo ai giochi della politica, quale rappresentante del Comune. E magari di affiancarci nella battaglia che stiamo portando avanti per eliminare la gestione partitica dai vertici del Consorzio e affidarla a persone competenti che possano gestire e far funzionare i servizi come si deve e a favore dell’ambiente e dei cittadini”.
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