Questo post é stato letto 23380 volte!
Idv aderisce alla campagna di raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare di modifica dell’attuale normativa regionale in materia di tariffe dei consorzi di bonifica.
È quanto è emerso in una riunione svoltasi presso la sede provinciale del partito di Cosenza, alla quale ha partecipato, insieme al commissario Mimmo Talarico, il presidente del Comitato promotore dell’iniziativa legislativa, ing. Carmelo De Luca.
Nell’occasione sono stati distribuiti ai rappresentanti dei circoli della provincia i modellini per la raccolta delle firme ed è stato istituito un gruppo per l’assistenza legale ai proprietari dei fondi destinatari delle cartelle esattoriali.
Com’è noto, il contributo consortile di bonifica costituisce attualmente la quota dovuta da ciascun consorziato per il funzionamento dei Consorzi, ed è applicato, indipendentemente da qualsivoglia beneficio fondiario.
Oggi qualsiasi immobile che ricade nel comprensorio di un consorzio di bonifica calabrese viene tassato per far fronte alle spese relative al “conseguimento dei fini istituzionali” del consorzio, a prescindere se l’immobile abbia ricevuto una qualche beneficio derivante da opere e attività di bonifica o se per la sua natura asciutta non è vocato per nessun tipo di coltura.
La proposta ha come fine quello di correggere i criteri in base ai quali vengono determinati i contributi consortili, introducendo il principio secondo il quale il tributo consortile potrà essere imposto soltanto alla condizione che ci sia effettiva attività di bonifica sul fondo.
“E’ una questione – ha dichiarato Mimmo Talarico – che merita di essere affrontata, con un intervento legislativo che corregga le storture della normativa in vigore. In questa direzione la proposta di legge di iniziativa popolare mi sembra uno strumento molto efficace, che può indurre il Consiglio regionale ad intervenire. Il problema è quello di stabilire la reale funzione dei consorzi di bonifica. Se la loro missione istituzionale è quella di attuare interventi di miglioramento fondiario, e per questi interventi chiedono legittimamente un contributo ai proprietari dei fondi, nel caso in cui quest’ultimi non sono interessati da detti interventi, anche per via della loro natura, si deve escludere che per gli stessi si paghino contributi. Un principio che la stessa giurisprudenza ha in questi anni ampiamente fissato”.
Questo post é stato letto 23380 volte!