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Pressione fiscale alle stelle, consumi in vertiginosa discesa, crisi che attanaglia tutti i settori economici, questi gli ingredienti dell’amaro Natale 2014. I consumatori della provincia di Cosenza, alle prese con Imu, Tari, tasse automobilistiche, Irpef destineranno gran parte delle loro risorse finanziarie al pagamento dei tributi, rinunciando al superfluo e risparmiando sul necessario. Tre consumatori su cinque dichiarano che spenderanno meno dello scorso anno per i regali natalizi.
Un quadro, dunque, per nulla incoraggiante, che descrive a tinte fosche la realtà provinciale e quella dell’intera Penisola. L’ufficio studi di Confcommercio Nazionale, infatti, stima un aumento della tassazione di 18 punti percentuali rispetto allo scorso anno, e sebbene la tredicesima netta a disposizione degli italiani sarà dello 0,9% più alta rispetto al 2013, tale aumento verrà neutralizzato dall’impennata della tassazione. In diminuzione anche la propensione agli acquisti, si passerà dall’85,8% del 2013 all’85,2% di quest’anno. Queste le previsioni nazionali, ma la situazione risulta essere ancor più critica per la provincia cosentina, dove una platea di cittadini stanchi e sfiduciati attende con indifferenza lo spettacolo del Natale ormai prossimo ad entrare in scena.
Le zampogne in sordina fanno da sfondo ai rumori di una città in movimento, le luminarie accompagnano le strade delle città che si cimentano nel disperato tentativo di esaltare uno spirito di festa ormai perduto. Eh già, perché non riesce a festeggiare il piccolo negozio di quartiere che a fatica fa fronte alle spese con incassi prossimi allo zero; non festeggiano neppure le piccole e medie imprese che chiudono l’anno in negativo. E che dire dello stop totale di tutte le attività commerciali della provincia, che stanno registrando di mese in mese irrefrenabili crolli dei consumi?
Tra chi fa quattro passi, chi prende un caffè, chi da un’occhiata alle vetrine, le principali vie delle città come ogni anno, durante il periodo natalizio, sono il ritrovo dei cittadini. Ma sono lontani i tempi dei grandi regali: la gente esce dai negozi con piccoli doni, in un’atmosfera densa di sconforto che traspare dagli umori dei passanti. Oramai da troppo tempo “Natale” non fa rima con “regali” e neanche misure come il bonus degli 80 euro e l‘aumento delle tredicesime risolveranno la situazione.
Confcommercio Cosenza ha tracciato un bilancio sull’andamento delle vendite di Natale nella Provincia. Secondo il Centro Studi, il 62 % dei consumatori cosentini stanzierà un budget tra i 100 e i 300 euro. In particolare, aumentano coloro che contano di spendere meno di 100 euro (sono il 34,5% nel 2014 contro il 31,5% dello scorso anno) e diminuiscono quelli che spenderanno più di 300 euro (sono il 3,5% rispetto al 5% del 2013). La spesa media per persona per i regali di Natale si attesta attorno ai 150 euro, sostanzialmente in linea con il valore dello scorso anno ma in forte flessione rispetto ai livelli del 2009 (era superiore ai 200 euro). Tra coloro che più degli altri hanno ridotto il budget degli acquisti troviamo soprattutto i giovani fino ai 34 anni e gli anziani oltre i 64 anni, a dimostrazione del galoppante tasso di disoccupazione giovanile e delle difficoltà economiche che molti pensionati affrontano quotidianamente. Per quel che riguarda invece i punti vendita preferiti dai consumatori, la grande distribuzione (60,3%) continuerà ad accogliere il maggior numero dei consumatori seppur con una leggera flessione rispetto allo scorso anno, in aumento la percentuale di coloro che acquisteranno online (22%). I prodotti più venduti anche per questo natale saranno i generi alimentari (70% Nota [1])e i giocattoli (52%) che rappresentano le due tipologie di prodotto in cima alla lista. Da segnalare però l’aumento del trend degli ultimi anni della ricerca del regalo “tecnologico” – smartphone (+3,3%), tablet (+1,2%). I consumatori taglieranno su alcuni prodotti tradizionali come:calzature (-2%), prodotti per la cura della persona (-2%) e abbigliamento (-1,5%).
Il direttore di Confcommercio Cosenza, Maria Cocciolo, nel commentare i dati rilevati dal Centro Studi ha affermato: “Occorre ridare speranza alle famiglie, mettere in atto politiche di riduzione della pressione fiscale e di aiuto ai cittadini ed alle imprese, azioni mirate che facciano decollare i consumi. Le amministrazioni locali, in particolare, devono dimostrare maggiore senso di responsabilità verso le comunità di riferimento e rispondere alle esigenze dei loro territori. È doveroso, inoltre, attivarsi al più presto per rendere meno difficile l’accesso al credito ed operare uno snellimento delle procedure burocratiche in tutti i settori”.
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