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“L’ultima operazione nella sibaritide della Guardia di Finanza del “Gruppo Sibari”, coordinata dalla Procura di Castrovillari, a cui va il nostro plauso, che ha smascherato un ingente giro d’affari che era finalizzato all’assunzione fittizia di braccianti agricoli è l’ennesimo episodio di macro-corruzione: reati cioè di corruzione dai quali si propagano effetti di arricchimento non limitati ai soggetti che li commettono, ma che si trasformano in produttori di convenienza per un universo di altri soggetti.
Una illegalità quasi con carattere di sistema – commenta Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria – e che ogni volta che viene alle cronache assesta un colpo ferale al nostro sistema agroalimentare sempre di più impegnato in un grande sforzo di ammodernamento e competitività. Sono episodi da condannare senza riserva – aggiunge – perché incrinano il rapporto di fiducia tra le vere imprese agricole e cooperazione sana e buona con i cittadini- consumatori. Bisogna continuare sulla strada della tolleranza “doppio zero” – prosegue Molinaro – anche perché i perversi meccanismi truffaldini messi in atto nel settore agricolo creano sleale concorrenza, danno una immagine negativa e sbagliata della nostra regione che pare proiettata solo all’imbroglio e all’assistenzialismo e cosa ancor più grave scoraggiano i tanti giovani ed onesti imprenditori che con passione, voglia di fare ed impegno stanno costruendo prospettive in direzione dello sviluppo, della crescita e della buona e sana occupazione. Questa deve essere una lotta “senza quartiere” poichè impoverisce la vera agricoltura bruciando risorse pubbliche.
Coldiretti Calabria insieme alla Fondazione Agromafie è impegnata a costruire un sistema di regole e proposte legislative per debellare il fenomeno in una stretta alleanza con la magistratura e con le forze dell’ordine. Il rammarico è enorme – continua – perché alla vigilia di Expo Milano offriamo una immagine devastante che rischia di annullare ogni sforzo pubblico e privato. Per la Coldiretti, bisogna proseguire incessantemente perseguendo anche quel reticolo di operatori-“faccendieri” “professionisti delle carte” che in spregio ad ogni collocazione lavorativa alimentano un circuito perverso di intrecci e si arricchiscono sfruttando quelli che sono i diritti dei veri lavoratori: queste persone -conclude Molinaro – bisogna continuare a smascherarle affinché siano espulse definitivamente dal sistema.
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