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Il Primo Maggio ormai è alle porte e la tradizionale Festa del Lavoro per tanti giovani e meno giovani della Sibaritide purtroppo si trasformerà in Festa della disoccupazione.
Ci sarà ben poco da festeggiare per molti cittadini che non riescono intravedere una speranza per il loro futuro e quello dei propri cari.
In questo contesto di grande preoccupazione per il mondo del lavoro, c’è anche chi sceglie la strada dell’attesa infinita, mentre altri pensano di poter scegliere quali investimenti sono buoni e quali no, avendo la presunzione di voler salvaguardare la salute di coloro che, convinti invece della compatibilità ambientale della riconversione a carbone pulito della Centrale ENEL, aspettano di poter avere una sola occasione di lavoro vero e duraturo.
Coloro che hanno deciso di mettersi alla finestra ed aspettare chissà cosa, sono i nostri politici (destra, sinistra o centro poco è cambiato negli anni), insieme alla stessa azienda ENEL che ancora non ha presentato il nuovo progetto e, nel frattempo, i tanti giovani invecchiano e decidono di lasciare la propria terra.
Quelli che invece chiedono il lavoro, ma solo quello che piace a loro, sono i cosiddetti verdi che solo per motivi preconcetti e senza valutazioni tecnico scientifiche vorrebbero un investimento che non preveda l’uso del carbone pulito.
A sentire questi novelli paladini della salute pubblica e quindi, anche della nostra, l’uso di questo combustibile sarebbe dannoso per il territorio.
Da parte nostra sentiamo il dovere di ringraziarli molto per le loro preoccupazioni, ma li invitiamo ad informarsi meglio e non avere idee preconcette dannose per la ricerca vera del lavoro.
Tutti noi del CO.RI.C.E.R., ben conoscendo le nuove tecnologie per l’abbattimento dei fumi e l’annullamento del famoso “polverino”, oltre che la sperimentazione della cattura della CO2, siamo disponibili a lavorare in una centrale che prevede tale combustibile e come noi lo sono i tanti giovani, tra cui tanti tecnici ben informati, che aspettano con ansia una sola occasione di lavoro e di sviluppo del territorio.
Stiano sereni, quindi, gli ecologisti nostrani ed i loro pochi seguaci.
Che preoccupazioni potrà mai avere la gente comune se chi ben conosce le reali ricadute sul territorio aspetta e spera ansiosamente di lavorare all’interno della nuova centrale ENEL?
CO.RI.C.E.R.
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