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Ha fatto bene il Governatore SCOPELLITI a richiedere un incontro urgente con il Ministro della Giustizia SEVERINO per entrare nel merito di una decisione, quella della soppressione di alcuni tribunali in Calabria che, se definitiva, diventerebbe una delle peggiori determinazioni mai assunte nella storia dell’Italia unita. Per tante ragioni, variamente motivate in queste settimane in modo unanime; ma soprattutto perché, come ha scandito ieri lo stesso Presidente della Giunta Regionale, i tribunali restano fondamentali presidi di legalità, per una regione che deve puntare al rafforzamento di questo principio.
Sta tutto qui il vero nocciolo della questione e che vede in prima linea, a difesa di quel principio, le vaste ed importanti comunità di Lamezia Terme e dell’area urbana Corigliano-Rossano. Attorno al Tribunale di Rossano, punto di riferimento storico non soltanto di una Città ma di un’intera zona, tra quelle oggettivamente più a rischio della provincia e della regione, non ruota soltanto un pur notevole indotto socio-economico che sarebbe d’improvviso inghiottito dagli effetti collaterali di una crisi che sta già mettendo in ginocchio il Sud e le periferie.
L’immagine stessa di questo Tribunale, per il ruolo storicamente svolto e per l’apporto qualificato in esso e per esso offerto da magistrati e avvocati, sintetizza il volto stesso, anzi quello principale, dello Stato e della sua capacità autorevole di prevenzione e soprattutto di repressione rispetto a tutto ciò che è illegalità, anti-Stato, malaffare, disvalore ed involuzione socio-economica e culturale.
Con questo approccio, che considera la tutela della legalità una precondizione indispensabile alla democrazia ed alla libertà di mercato, e con questa visione istituzionale della funzione non solo simbolica della giustizia, nel recente passato, da Sindaco di questa Città, non ho avuto alcuna esitazione ad impegnare fondi del bilancio comunale, cioè soldi dei rossanesi, per acquistare i locali dell’ex Caserma dei Carabinieri, sita di fronte al Palazzo di Giustizia, con il dichiarato obiettivo di garantire a questo Tribunale, ai loro operatori ed ai cittadini di un vasto territorio una sede più consona ed adeguata allo svolgimento ottimale dei servizi di giustizia. Allora credemmo in questo investimento per qualificare e rafforzare un presidio dello Stato.
Oggi, da Roma, si vorrebbe far passare l’aberrante tesi che, per risparmiare, dovremmo chiudere e rinunciare a questo presidio di civiltà. E’ un concetto ed un capovolgimento delle cose che non possiamo assolutamente tollerare e che faremo di tutto per impedire. Anche per queste ragioni, senza qui riproporre tutte le osservazioni contrarie alla chiusura della Tribunale di Rossano sostenute in questi giorni con determinazione dall’intera comunità della Sibaritide insieme ai sindaci della zona, presso tutte le sedi competenti e con il coinvolgimento di tutte le forze politiche ed i rappresentanti istituzionali in Parlamento, e ribadendo che non è né potrebbe essere, questa, la battaglia della sola Rossano o dell’area urbana, la nostra mobilitazione è al fianco di tutti quanti oggi sono impegnati, col sostegno del Presidente SCOPELLITI, per rivedere un progetto redatto senza alcun criterio che minaccia la stessa credibilità dello Stato.
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