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Da circa due mesi ormai va avanti l’inchiesta di Giulio Golia sui rifiuti radioattivi. Ieri sera infatti è andato in onda, su Italia Uno, un nuovo servizio incentrato sui numerosi relitti affondati in mare. Tutto era iniziato con la vicenda della nave Rigel e del Capitano De Grazia, la cui morte rimane ancora avvolta nel mistero.
Questa volta Golia si è concentrato su un altro relitto, quello della nave Cunsky. Ascoltando infatti gli audio originali dell’interrogatorio di un pentito della ‘ndrangheta, Francesco Fonti, si è venuto a conoscenza di una nave affondata, secondo le dichiarazioni dell’uomo, davanti alle coste di Cetraro, in provincia di Cosenza. L’inviato allora si è recato sul posto per avere maggiori informazioni e ed intervistare i pescatori del luogo che, come spesso accade in questi casi, sono i primi ad avere problemi. In seguito all’evento infatti la vendita del pesce diminuì significativamente.
Anche su questo caso però vi sono molte inesattezze ed incertezze. Nel 2009, l’allora Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, aveva risolto il mistero affermando di trovarsi, non in presenza della nave Cunsky, ma di un relitto affondato durante la Prima Guerra Mondiale, la nave Catania.
Anche questo caso quindi venne archiviato. Oggi, alla luce dei fatti, risultano moltissime incongruenze tra ciò che è stato detto da Francesco Fonti e ciò che invece risulta dagli atti. Perciò i dubbi rimangono e la questione rimane aperta. Più l’inchiesta va avanti quindi e maggiori sono i dettagli che infittiscono il mistero dei rifiuti radioattivi presenti nelle nostre acque.
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