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“Il Decreto 191 del 20 dicembre 2012 con cui il Commissario Straordinario per la Sanità in Calabria ha disposto l’accorpamento dell’Ospedale Spoke di Castrovillari, con quello di “Base e di Montagna” di Acri oltre a snaturare gli impianti di due nosocomi con il tipo di risposta a loro affidata per le utenze di riferimento, rispetto al grande acuto bisogno di salute, colpisce un diritto fondamentale ed importante: quello che lo lega non solo alla salute ma, soprattutto, ad una assistenza adeguata, immediata e specifica che ha bisogno solo di responsabilità. Sono queste le ragioni di una mobilitazione e di una serie di azioni già decise ed in programma che vanno oltre il diritto alla salute, forte della dignità e del senso di appartenenza a questo Territorio, stanco di essere scippato.
Con questa consapevolezza andiamo avanti per la nostra strada nonostante le rassicurazioni avute l’altro ieri nell’incontro con il Presidente Scopelliti sul fatto che le specializzazioni dell’Ospedale Spoke , con i relativi Primari ed Unità Operative Complesse, saranno allocati nella Struttura di Castrovillari, che non vi sarà per il nostro Ospedale alcun decremento di posti letto rispetto alla previsione originaria e che nei prossimi giorni saranno verificati gli aspetti tecnici del Decreto in un confronto tra il Presidente della Regione, una delegazione del Territorio del Pollino, il Sub Commissario regionale D’Elia ed il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, Scarpelli.
Restano ferme, insomma, in attesa di fatti concreti, tutte le iniziative già decise dal Comitato di Difesa dell’Ospedale di Castrovillari nella riunione del 5 gennaio scorso, perché la drammatica crisi della sanità, che si ripercuote pure sull’assistenza non può essere affrontata con metodiche che potrebbero andare più o meno bene per altre attività, fermo restando ricadute e programmazioni nonché la seria preoccupazione di dare significato e rotta a quei lavoratori che soffrono il massimo disorientamento per l’incertezza della loro stabilità, ma con una marcia in più che la materia pretende per dare risposte concrete alle diverse patologie ed alla sofferenza.
Un campo troppo importante e delicato per lasciarsi coinvolgere da altre logiche e nell’interesse del quale, oltre ad iniziative e manifestazioni di protesta come abbiamo promosso su Cosenza, presso l’ASP, e vivremo a Reggio Calabria, a palazzo Campanella, in occasione del prossimo Consiglio Regionale, avvieremo forti e determinate per rendere ragione e difendere i diritti delle popolazioni.
Su questo siamo particolarmente impegnati, consapevoli che la questione che è sorta ricade inesorabilmente e drammaticamente sulle poche risorse economiche disponibili, sulle specializzazioni delle strutture e, prima di tutto, sulla diffusione dei servizi, impoverendoli.
Un’urgenza, poi, la sollecita , oltre le criticità appena richiamate, quella parte di popolazione che, per più svariati motivi, oggi soffre una emarginazione clamorosa e che sarebbe ulteriormente a rischio per quanto riguarda il proprio diritto alla salute.
Ecco perché la ragionevolezza di questa “battaglia” legittima, democratica ed interistituzionale a più livelli e su più fronti per la tutela della salute dei cittadini, che non ha colore ed appartenenza politica e, dunque, non assoggettabile a scelte dedicate.
Da qui l’esigenza di un’attenta, corretta ed organica programmazione, rispettosa di scelte di politica sociale, legate a bacini storici pregni di contenuti, come lo sono il Pollino e la Sibaritide, che vogliamo tutelare e difendere in tutte le sedi, non per partito preso, ma solo perché siamo consapevoli che l’interesse per il bene comune passa, soprattutto, attraverso il rispetto di queste prospettive che necessitano dell’osservanza delle formulazioni e programmazioni avviate.
Questo è il semplice coraggio che serve alla Sanità per cambiare, e l’importante contributo che pretendiamo nella direzione dei servizi sanitari.
Ogni desiderio di potenziamento senza questi presupposti è falso, destinando a lasciare sostanzialmente immutata, per non dire in una condizione peggiorativa, la situazione sanitaria che questo comprensorio vuole avvalorare, riempire di maggiori e migliori contenuti attraverso le capacità e professionalità presenti, in nome di un percorso d’insieme dipanato nel tempo e che richiameremo al Consiglio Regionale ed in ogni dove a tutela di quel diritto alla salute che non può essere violato.”
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