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“In merito a quanto riportato dalla stampa su ciò che starebbe segnando in questo momento il Consiglio Regionale della Calabria a seguito di “rimborsi ai Consiglieri Regionali”, voglio precisare l’importanza per la politica di recuperare il senso di responsabilità verso le istituzioni e, in primis, rispetto ai cittadini.
Non a caso la moralità è rendere ragione al popolo cui si appartiene! E’ questo che si sta perdendo ed è questo che è importante riscattare, recuperando la questione di fondo che è rispondere delle proprie azioni, del proprio lavoro e del proprio operato.
E’ a partire da tali presupposti che questa Amministrazione comunale, appena insediata, ha voluto imprimere un cambio di marcia nel governo locale e della pubblica amministrazione, tagliando le indennità degli amministratori, portandole nel massimo a 720 euro netti mensili per il Sindaco e Vice sindaco e ad importi inferiori per gli Assessori, oltre tutte quelle spese legate ai rimborsi.
Nessuno, e ribadisco nessun amministratore o consigliere delegato della maggioranza, percepisce rimborsi o indennizzi particolari.
Partecipazioni a incontri, ad attività istituzionali ( si pensi ai viaggi per il nuovo Tribunale, l’Ospedale Spoke, l’emergenza rifiuti) o ad altro sono a pieno carico delle tasche di ciascuno di questi, a partire dal primo cittadino, proprio per non aggravare le casse comunale di altre spese e nel rispetto di quell’abbattimento concreto dei costi della politica , voluta anche dalla spending review, ma che la particolare crisi strutturale economica impone al buon senso di ciascuna amministrazione e nel rispetto: dei servizi alla persona, sempre più a rischio con l’intero welfare, delle tante famiglie che non arrivano più alla fine del mese, dei tantissimi che perdono il lavoro e dei precari , insieme a quelli d’età compresa tra i 50 e55anni, che devono chiedere alla politica o ancora dipendere da errate direttive di questa o quella legge, la quale non tiene conto di alcun contesto, o dalle “fisime” di sballate azioni programmatiche, assolutamente lontane da ogni realtà e bisogno.
E’ su queste coordinate che ci stiamo misurando, ed è su queste che abbiamo assunto scelte ed impegni, consci che il cammino non sarebbe stato facile ma sicuri che le azioni intraprese sarebbero state solidali con il disagio diffuso.
Passa anche attraverso questo e forse, soprattutto, la preoccupazione di rifondare la politica che significa , sempre più, riscoprire “questa” come costruzione del bene comune: precisamente farsi carico dei problemi concreti della nostra gente e della nostra società e dove cultura , economia e, quindi, politica, devono ritornare ad essere spazi per realizzare una nuova aggregazione attorno a contenuti seri.
L’impegno delle azioni che abbiamo messo in campo, legato al rigore della spesa, passando da un netto taglio dei costi della politica e del superfluo, trasmette un esempio non trascurabile che questo è possibile per costruire, e costruire non è facoltativo, ma è essenziale per vivere. Ecco perché la politica deve ancor più guardare a tale esigenza.”
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