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Sei le persone finite in carcere stamane e 9 agli arresti domiciliari per caporalato tra Cosenze e Crotone. L’ordinanza è stata emessa dal GIP di Castrovillari. In azione i carabinieri del colonnello Agatino Spoto. Impegnati i militari del gruppo territoriale di Corigliano Rossano e del Nucleo di tutela del lavoro coordinati dal tenente al colonnello Raffaele Giovinazzo. Sequestrate 6 aziende agricole e mezzi per un valore di 15 milioni di euro.
La procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D’Alessio, ha squarciato il velo sulle tristi condizioni di vita di decine di stranieri vittime dei “caporali” e di imprenditori senza scrupoli.
Attività investigativa sul capolarato
L’attività investigativa ha consentito di ricostruire un periodo di sfruttamento che va dalla seconda metà dell’anno 2018 fino al 2021.
I sequestri preventivi hanno riguardato beni e quote aziendali di 10 imprese operanti nel settore agricolo (4 persone giuridiche e 6 imprese individuali), di cui 4 ubicate in provincia di Cosenza, 5 in provincia di Crotone ed 1 in provincia di Matera nonché il sequestro di 5 veicoli ritenuti in sede di accusa, utilizzati da parte dei caporali per il trasporto dei lavoratori in nero, per un valore complessivo stimato di circa 15 milioni di euro.
Le indagini
L’inchiesta è scaturita da una complessa attività d’indagine avviata dalla Stazione Carabinieri di Mirto Crosia (CS), condotta in in stretta sinergia con i militari del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro di Cosenza. Ha permesso di disvelare il fenomeno dell’impiego di lavoratori in condizioni illecite da parte di diverse aziende dislocate tra la Regione Calabria (province di Cosenza e Crotone) e Basilicata (provincia di Matera).
Gli arrestati, dopo gli accertamenti di rito, sono stati portati nella Casa Circondariale di Castrovillari o posti, al regime degli arresti domiciliari, nelle rispettive abitazioni.
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