Cosenza, Campolongo su vicenda Rom

campo nomadi

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Francesco Campolongo, segretario cittadino del Partito della Rifondazione Comunista:

Che il grado di imbarbarimento della politica cosentina fosse ben oltre i limiti di guardia lo sapevamo già, ma la vicenda rom ha rivelato paradigmaticamente il livello di barbarie che domina il consiglio comunale.

Il sindaco Occhiuto, che durante l’allestimento della tendopoli preannunciava la risoluzione dignitosa del problema, a Settembre ha svelato le carte: dopo tre mesi in una tendopoli invivibile, nel bel mezzo della fauna da cui i rom secondo la sua ricostruzione sarebbero stati liberati (topi e serpenti), le politiche di inclusione e integrazione abitativa pomposamente preannunciate altro non sono che una buona uscita di 600 euro a capofamiglia e di 300 per il resto dei familiari.

Dovrebbero essere 120 mila euro complessivi che difficilmente porteranno ad un processo di inserimento abitativo visto che, non è certo un segreto, senza un adeguato percorso per una famiglia rom è molto difficile trovare un alloggio sfidando problemi amministrativi e pregiudizi culturali. Pregiudizi culturali ampiamente assecondati dalle considerazioni contenute nella delibera di giunta n.75 che definire “lombrosiana” è perfino eufemistico. Di fatto, in silenzio, molti sceglieranno di andarsene cosi che la risoluzione del problema non sarà stata altro che uno sgombero soft.

Per fortuna del sindaco, per quanto possa sbagliare, ci sarà sempre un’opposizione capace almeno di eguagliarlo. Il prode Ambrogio, in questi anni troppo distratto dalle sirene del governo renziano tanto da non accorgersi dei tagli al welfare, all’edilizia pubblica, all’assenza di investimenti nel lavoro e sempre pronto a denunciare quei senza casa che per disperazione occupano, si riscopre paladino del welfare al grido di “prima gli italiani”, come un Salvini qualsiasi.

Una volta dalla sinistra ci si sarebbe aspettato che si chiedesse conto alla giunta dell’incapacità di politiche inclusive rivendicando la garanzia dei diritti sociali per tutti (italiani e non) vista la presenza di svariate abitazioni vuote (come spesso segnalato dai movimenti del territorio).

Invece Ambrogio, assieme a tutti i firmatari della richiesta di un consiglio comunale straordinario, sceglie di emulare la Lega Nord facendo finta di non sapere che la guerra tra poveri viene alimentata da governi che tagliano sui servizi (come quello nazionale e regionale che sostiene) e da rigurgiti populisti ben rappresentati nella sua compagine.

Per risolvere ragionevolmente la questione sarebbe bastato seguire le linee guida dell’ “Agenda Rom e Sinti” con processi partecipati e graduali di inclusione abitativa e lavorativa, come suggerito dalle associazioni del territorio, partendo dalla consapevolezza che l’unico modo per scongiurare guerre tra poveri e combattere la povertà e non alimentare rivalità etniche.

Ma non c’è molto da aspettarsi da chi sostiene l’austerità e il taglio dei servizi, semplicemente la sinistra oggi non siede più tra i banchi del consiglio comunale cosentino. Noi lavoriamo affinché tra qualche mese non sia più così!“.

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