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di Mario Guido
Il progetto della raccolta differenziata spinta, a porta a porta che sta per partire a Bisignano e che prevede la spesa di oltre 400 mila euro, ha fatto dimenticare, forse per sempre, la realizzazione del Termovalorizzatore che, circa quindici anni fa, doveva sorgere nell’Agglomerato industriale della cittadina della Valle del Crati dove, proprio il mancato decollo, aveva convinto, l’allora Commissario per l’emergenza rifiuti della Regione Calabria, a scegliere come sito più idoneo dove collocare l’impianto per bruciare i rifiuti nel cosentino e precisamente sulle rive del Crati, in territorio di Bisignano.
Molto probabilmente questa indicazione non è mai stata cancellata del tutto e ci saranno ancora documenti che lo provano.
Quello che sta accadendo in questi giorni nella nostra Provincia ha riproposto, in qualche modo, il discorso sul termovalorizzatore e noti personaggi politici di livello regionale ritengono che un inceneritore nel cosentino avrebbe a disposizione la materia prima necessaria per funzionare a dovere.
Lo stesso attuale Commissario per l’emergenza rifiuti della Calabria, Graziano Melandri ha espresso idee, più o meno, favorevoli a completare la realizzazione del progetto generale della raccolta differenziata con un impianto, tecnologicamente avanzato, che potrebbe sorgere, appunto, nel cosentino.
Quindici anni fa, dicevamo, una delegazione degli amministratori di Bisignano, si recò a Brescia proprio per visitare personalmente il Termovalorizzatore che faceva parlare tutti per la sua particolare tecnologia e per i sistemi avanzati di sicurezza ecologica di cui era dotato.
Tornarono convinti della bontà del sistema e dichiararono a voce alta di volere che l’impianto fosse realizzato sul loro territorio.
Poi le cose cambiarono, il giuoco finì nelle mani degli ecologisti di mestiere, dei demagoghi della politica e del termovalorizzatore non si parlò più.
Frattanto le imprese che avevano avuto l’appalto per la costruzione cominciarono la lotta per ottenere il risarcimento dei danni subiti per non aver potuto realizzare l’iniziativa della quale non avevano mai avuto la definitiva indicazione del sito di destinazione e nel 2007 lo Stato fu condannato a pagare a queste imprese ben 30 milioni di euro!.
La scelta strettamente ambientalistica dell’ attuale Amministrazione Comunale di Bisignano che della difesa dell’ambiente e della tutela della salute dei concittadini ha fatto la sua bandiera, ha, forse per sempre, seppellito l’idea del termovalorizzatore, e si è in attesa della realizzazione del progetto di raccolta differenziata, spinta, porta a porta, sistema ritenuto, per ora, il più idoneo per il trattamento dei rifiuti.
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