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di Mario Guido
Nel Salone del Santuario di S. Umile a Bisignano, ha avuto luogo un incontro dei giornalisti con il Ministro della Provincia Francescana dei Frati Minori di Calabria e Lucania, padre Francesco Lanzillotta.
La conferenza stampa è stata voluta dallo stesso Ministro Provinciale per fare il punto sulla vicenda delle ossa ritenute di S. Umile e che, rubate 35 anni fa, nello scorso mese di gennaio erano state consegnate allo stesso Ministro nel modo misterioso che tutti sanno.
Come è noto, per eccesso di zelo, i Frati hanno voluto che i resti umani, finalmente restituiti al Santuario, venissero esaminati da specialisti che , su incarico della magistratura, ne hanno accertato, con una certa approssimazione, la datazione.
Questi accertamenti hanno consentito di stabilire che i reperti ossei appartengono a due distinti uomini vissuti l’uno tra il 1030 – 1060, l’altro tra il 1270 e il 1400.
Se le cose stanno così, è certo che questi resti non possono appartenere al santo bisignanese che è nato a Bisignano il 26 agosto 1582 e vi è morto il 26 novembre 1637 all’età di 55 anni.
In merito alla diffusione della notizia che, ovviamente, ha lasciato tanta amarezza e disappunto nei moltissimi devoti di S. Umile, padre Lanzillotta, anche a nome e per conto dei Frati Minori della Provincia e dell’ arcivescovo di Cosenza – Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, avrebbe voluto che le cose si svolgessero con maggiore riserbo.
Ciò nonostante e in assenza di certificazioni ufficiali, non ancora pervenute da parte della magistratura, il Ministro Provinciale ha dichiarato di aver preso atto della notizia sui risultati degli esami e di ritenere chiuso questo primo capitolo della vicenda che sarà ripreso non appena la Magistratura restituirà le Reliquie e le Ossa.
A proposito delle reliquie di S. Umile di proprietà del Santuario, padre Lanzillotta ne ha confermato l’autenticità senza alcun dubbio e anche in merito alle ossa esaminate, padre Lanzillotta si è detto, intimamente, convito della loro appartenenza al corpo del santo.
Tuttavia la vicenda ed i suoi risvolti non tolgono nulla alla figura di S. Umile che risplenderà sempre di più nella fede e nella devozione dei fedeli che non hanno bisogno di altre reliquie o testimonianze per confermare la loro immensa fiducia nel loro amato Santo.
Appunto per questo, concludendo l’incontro con la stampa, il Ministro Provinciale non ha escluso che, dopo essersi sentito con le altre autorità della Provincia Francescana e con lo stesso Arcivescovo, si possa valutare la possibilità di sottoporre i resti ossei ad ulteriori accertamenti, anche da parte di preposti Uffici interni della Chiesa di Roma e magari ricorrere a metodologie più avanzate per la comparazione del DNA che , in un primo tempo è stata evitata.
I biografi che hanno descritto la vita dell’Umile servo di Dio di Bisignano hanno riferito anche sugli ultimi momenti del suo trapasso e della sepoltura.
Narra mons. Michele Dionisalvi nel suo “ I Fioretti del B. Umile da Bisignano “: “ …… Erano le nove e mezzo del 26 novembre 1637 quando proprio nel momento in cui la campana del Convento suonava l’elevazione della Messa, frate Umile esalava l’ultimo respiro “.
Appena si sparse la notizia della sua morte, una moltitudine di gente si recò al Convento per vedere frà Umile e, si racconta, tra l’altro, che per ben quattro volte i confratelli ne dovettero coprire il corpo con un nuovo saio che veniva regolarmente tagliuzzato dai presenti per devozione.
Infine la salma fu deposta in una cassa di legno ricoperta all’interno da lamine di piombo e seppellita nella fossa comune del Convento, ma tanta era la devozione e tante le continue richieste del popolo di potere venerare più da vicino il frate estatico che le autorità ecclesiastiche del tempo ne decisero la traslazione della salma che avvenne con una solenne cerimonia alla presenza del Vescovo e del Ministro provinciale dell’OFM il 20 dicembre 1718.
Per come riporta sempre mons. Michel Dionisalvi, le spoglie mortali dell’umile fraticello furono deposte in tre robuste casse e sistemate al lato destro dell’altare maggiore della chiesa del Convento con sopra una lapide che tramandasse ai posteri la memoria di quel giorno solenne.
Fu in occasione del terzo centenario della nascita di frate Umile, ormai beato, il 25 agosto 1937 che si compì il rito destinato a rimanere memorabile: la traslazione solenne delle Ossa del Beato dalla tomba lignea che le aveva custodite per secoli, all’urna d’argento voluta dalla devozione popolare, la stessa che fu trafugata nel marzo del 1977.
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