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di Mario Guido
Il ritrovamento delle ossa di S. Umile che sono state consegnate, ad un monaco da parte di uno sconosciuto che si era appena confessato, ha suscitato grande clamore e tanta commozione nella popolazione di Bisignano che, dopo tanti anni, non ha mai dimenticato le preziose reliquie del suo santo che , custodite in un’urna d’argento, sono state trafugate nella notte tra il 13 ed il 14 marzo del 1977.
La grande urna, opera di orafi napoletani, incastonata nella parete della cappella di S. Umile nella chiesa della Riforma annessa al Santuario di Bisignano, era rivestita da sottili lamine d’argento ed il suo valore venale non è mai stato considerato notevole, tanto da giustificare il furto sacrilego.
Il suo grande valore, invece, era rappresentato sicuramente dal suo contenuto costituito dai resti mortali del corpo dell’umile francescano, beatificato dal Papa Leone XIII° il 29 gennaio 1882 e proclamato santo dal grande Papa polacco, Giovanni Paolo II°.
Fu dopo la sua beatificazione che i resti mortali dell’allora beato Umile, furono raccolti e racchiusi nell’urna della quale si erano perdute le tracce.
L’avvenuta restituzione delle ossa, avvolte in un giornale dell’epoca e rinchiuse in un comune scatolo di cartone ha, finalmente, soddisfatto i pressanti e numerosi inviti e altrettanti sollecitazioni rivolte agli sconosciuti trafugatori anche dall’arcivescovo della Diocesi di Cosenza Bisignano, mons. Salvatore Nunnari che, in ogni occasione, non ha mai smesso di ripetere l’invito alla restituzione.
E dopo ben 35 anni S. Umile ha compiuto il suo ennesimo miracolo, forse sollecitato dagli ultimi avvenimenti, come la chiusura del suo Santuario per il noto dissesto idrogeologico subito dal versante collinare su cui sorge e forse anche per le sollecitazioni venute fuori dalla provocazione delle sue dimissioni da santo, secondo il manifesto ideato da Giovannino Vuono.
C’è ora il problema dell’accertamento dell’autenticità del reperto restituito, e questo è compito delle autorità preposte che hanno già avviato le opportune indagini e analisi.
Frattanto l’opinione pubblica bisignanese è certa che si tratta delle vere ossa del suo Santo ed è pronta e decisa a venerarli con tanta fede e sentimento nella sua sede naturale che è il Santuario, con l’annessa chiesa della Riforma che dovranno, ora più di prima, al più presto, essere restituite al loro antico splendore.
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