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di Mario Guido
Esiste in Calabria, in territorio di Bisignano, ad alcune centinaia di metri dal fiume Crati, una contrada denominata “ Grifone “ e qui è situata, al riparo dagli occhi indiscreti, una collinetta detta “ Cozzo Rotondo “, proprio per la sua particolare conformazione.
“Grifone” da Grifo, malefica potenza mitologica con il corpo metà di rapace e metà di quadrupede, di derivazione paleocristiana, ebbe largo uso presso le popolazioni scitodaciche, euroasiatiche e greche come elemento figurativo e quale custode delle tombe dei grandi re.
Presso le popolazioni euro-asiatiche del Mar Nero il termine “grifone” assunse anche il significato di custode dell’oro.
Nella zona dove sorge “ Cozzo Rotondo” ancora oggi le persone più anziane ricordano, fra le tante dicerie che si ripetevano intorno alla strana collinetta, quella della chioccia dalla uova d’oro che l’averla toccata abbia provocato un terribile diluvio.
A seguito di tale credenza esiste o esisteva una notevole paura a violare l’integrità della collinetta.
Ciò potrebbe giustificare il come ed il perché questo strano cono di terra, così preciso, così bello e curioso, sia stato lasciato intero nel corso dei secoli.
La curiosità popolare intorno a “Cozzo Rotondo” è stata sempre viva, ma trovandosi in una zona agricola abbastanza lontana dai centri abitati, non ha mai richiamato l’attenzione e l’interesse del mondo scientifico fino a quando il caso non ha voluto che l’amena collinetta attirasse l’attenzione del funzionario del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il prof. Vincenzo Rizzo, invitato da un amico contadino della zona a visitare la straordinaria elevazione.
Il professionista, appassionato ricercatore rimase fortemente impressionato dalla perfetta forma conica della collina che aveva davanti e la molla della curiosità dello studioso scattò nel bisogno di saperne di più circa la natura, il significato, l’epoca della struttura.
Così, sollecitato dal prof. Rizzo, l’ambiente scientifico si mosse tanto che nella seconda metà degli anni novanta, l’Amministrazione Provinciale di Cosenza, in collaborazione col Cnr – Irpi e l’Istituto di Archeologia dell’Accademia Bulgara delle Scienze, ha organizzato un Convegno di Georcheologia a livello internazionale che ha ottenuto anche il patrocinio dell’Università della Calabria sotto gli auspici del Consiglio d’Europa.
Gli studiosi hanno sottoposto la collinetta a tanti esami che ne hanno stabilito la natura artificiale, ma poiché non si è voluto approfondire la ricerca per tutelare l’integrità del “ Cozzo Rotondo “, questo ha continuato a mantenere il suo mistero.
Nel corso delle relazioni svolte dai numerosi scienziati intervenuti al Convegno c’è stato chi ha parlato di tumulo, ossia di sepolture antiche di grandi personaggi, cosa questa che ha fatto pensare anche alla possibilità che la collinetta di “ Cozzo Rotondo “ di contrada Grifone di Bisignano, possa essere, addirittura, la sepoltura regale di Alessandro il Molosso o l’introvabile tomba di Halaricus Rex Gothorum di cui ricorre in questo anno il 1600° anniversario della morte che, secondo la tradizione, avvenne proprio sulle rive del fiume Crati.
Trascorsi circa 20 anni da quel Convegno la Scienza si è dotata, frattanto, di mezzi e strumenti di ricerca più sofisticati che potrebbero essere impiegati per svelare, una volta per sempre, il segreto di “ Cozzo Rotondo “.
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la collinetta non fu scavata perché appariva evidente, dal modo con cui era stata realizzata, che essa era un cenotafio..ovvero una costruzione con significato simbolico.
Se legata ad Alarico l’interesse e’ sulla pianura, dove sta (o stava allora) il fiume Crati.