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di Mario Guido
Ormai è certo che si trattava dell’ennesima bufala elettorale, la ventilata grande filiera industriale delle scarpe ed accessori di lusso che doveva sorgere nello sfortunato agglomerato industriale di Bisignano.
Sfortunato perché, pur avendo tutto ciò che serve per lo sviluppo di un’area industriale: viabilità, dotazione naturali, acqua in abbondanza ( ben due fiumi, il Crati ed il Muccone ), due sbocchi autostradali ed uno ferroviario, non è mai decollato, contrariamente a come è avvenuto nel vicino agglomerato del Fullone, nel comune di San Marco A. dove gli impianti industriali insediati hanno esaurito quasi tutte le superfici disponibili.
A proposito della viabilità e di altre infrastrutture che mancano nell’area, proprio di questi giorni è la notizia del finanziamento di circa trecento mila euro destinato, appunto, al rinnovo della viabilità dell’agglomerato.
Molti ritengono che il mancato decollo dell’agglomerato industriale di Bisignano sia dovuto alla mancanza di rappresentanti politici a livello sovra comunale che la cittadina della Valle del Crati non ha mai avuto a livello nazionale e non ha da decenni a livello regionale e provinciale.
Nell’approssimarsi delle ultime elezioni regionali si era parlato di una grossa iniziativa imprenditoriale che avrebbe dovuto creare una serie di impianti per la produzione di scarpe ed accessori di lusso dove avrebbero potuto trovare occupazione duemila lavoratori.
Questa proposta era partita da alcuni industriali calzaturieri marchigiani che avevano scelto il territorio di Bisignano come sede dei loro fantomatici impianti.
A quel tempo si era detto anche della probabile acquisizione di capannoni industriali dismessi, allo scopo di guadagnare tempo e lo stesso Sindaco di Bisignano che aveva creduto nelle proposte di quegli industriali, si era prestato a distribuire modelli di assunzione che sono stati regolarmente compilati dagli interessati e presentati agli uffici municipali dove giacciono inutilmente.
Purtroppo, allo stato delle cose, bisogna dire che si è trattato soltanto di una bufala elettorale se non di un inganno e, ancora una volta, l’antico sogno del posto di lavoro in Valle Crati, per i lavoratori bisignanesi, rimane soltanto un sogno.
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