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di Mario Guido
Bisignano, la nota cittadina della Valle del Crati, è detta anche “ terra d’arte, di cultura e di santi “.
Terra d’arte per la presenza secolare della bottega di liuteria della dinastia De Bonis; terra di cultura per essere stata uno dei primi Seggi del Medioevo; terra di santi per avere dato i natali a Sant’Umile, al secolo Lucantonio Pirozzo ( 1582 – 1637 ), proclamato secondo santo della Calabria dei tempi moderni, dopo san Francesco di Paola, il 19 maggio 2002, dal grande pontefice Giovanni Paolo II°.
Nonostante tutto la vita sociale e politica di questa cittadina è afflitta da dissapori e discordie che turbano non poco il vivere civile.
La nota vicenda del Santuario di Sant’Umile che da circa sei mesi è stato chiuso con ordinanza sindacale per motivo di sicurezza, ha finito per inasprire ulteriormente i già difficili rapporti esistenti tra la maggioranza consiliare che amministra la città ei gruppi di opposizione.
Anche i rapporti fra l’Amministrazione Comunale e la Famiglia francescana che ha in cura il governo del Santuario si sono deteriorati per l’impossibilità di trovare un punto d’incontro tra le diverse vedute, proprio come era avvenuto nel 2002 in occasione della Santificazione per una serie di incomprensioni sorte tra i Frati e l’Amministrazione del tempo.
In tutte le discussioni in atto vi è da segnalare l’iniziativa popolare dei fedeli devoti di Sant’Umile che vogliono ritornare a pregare nel loro Santuario e per questo si è formato un Comitato cittadino spontaneo che si sta adoperando in tale direzione.
Intanto, ieri sera una lunga fiaccolata si é mossa dalla chiesa di San Domenico per arrivare sul piazzale del Santuario dove si svolgerà una veglia di preghiera per chiedere l’immediata apertura del complesso monastico che risale al XIII° secolo.= Mario Guido
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