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di Mario Guido
Saranno i risultati dell’esame al radiocarbonio che metteranno la parola fine alla misteriosa vicenda della restituzione delle ossa di S. Umile che erano contenute in un’urna d’argento, trafugata da ignoti dalla Chiesa della Riforma annessa al Santuario di S. Umile a Bisignano, tra il 13 – 14 marzo del 1977, ben 35 anni fa.
La restituzione era avvenuta nel gennaio scorso nella chiesa del convento di S. Umile a Bisignano, da parte di uno sconosciuto che era stato appena assolto dal padre Francesco Lanzillotta, Ministro Provinciale dell’OFM della Calabria che , dopo aver intravisto il contenuto del pacco che era stato lasciato nei pressi del confessionale, lo ha subito consegnato alle autorità.
Si è immediatamente detto che quelle ossa erano appartenute al corpo all’umile fraticello francescano morto il 26 novembre del 1637 e proclamato santo dal Papa Giovanni Paolo II° il 19 maggio 2002. ovvero quelle contenute nell’ urna trafugata.
I padri francescani preposti al governo della struttura monastica di Bisignano non potevano porre alla venerazione dei fedeli quelle ossa senza che venisse, prima di tutto, accertata la loro autenticità e l’effettiva appartenenza al Santo e le autorità giudiziarie che hanno l’obbligo di fare estrema chiarezza sulla vicenda, avevano pensato di affidare il difficile compito degli accertamenti al Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri che avrebbe dovuto provvedere all’estrazione del DNA da comparare con quello estratto dalle reliquie già in possesso del Frati.
Quando gli specialisti del RIS hanno fatto sapere che il procedimento necessario per il riscontro del DNA avrebbe portato alla distruzione delle poche reliquie esistenti del Santo, i Frati, responsabilmente, hanno deciso di optare per la tecnica del radiocarbonio o carbonio- 14 che permette di accertare la datazione di qualsiasi materiale di origine organica.
Si tratterebbe dell’esame al quale è stata sottoposta una piccola parte del tessuto di cui è fatta la Sacra Sindone per stabilire a che epoca risale l’eccezionale reperto.
Se dall’esame del radiocarbonio dovesse venir fuori che le ossa restituite sono appartenute ad un corpo umano vissuto intorno agli anni 1580 – 1650 allora si potrebbe gridare all’ennesimo miracolo compiuto da S. Umile.
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