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di Mario Guido
E’ tornato nella sua casa il simulacro di Sant’Umile da Bisignano, dopo un anno e mezzo dal suo traferimento nel Duomo, dal momento che il Santuario e l’annesso Convento erano stati chiusi al culto a causa di uno smottamento che aveva interessato le pendici della collina, su cui sorge il complesso religioso da oltre settecento anni.
In occasione del nono anniversario della santificazione di S. Umile avvenuta in Roma il 19 maggio 2002 per opera del Papa beato, i frati della Provincia francescana dei Frati Minori di Calabria e Lucania, guidati dal Provinciale, padre Francesco Lanzillotta, hanno deciso di ritornare ad aprire il Convento per accogliere la statua del Santo e per festeggiare solennemente la ricorrenza dell’anniversario della santificazione.
La sera del 18 maggio scorso una fitta fiaccolata ha seguito la statua del santo che, in processione penitenziale, è stata accompagnata fino al Salone del Convento-Santuario, allestito a cappella provvisoria, vista l’inagibilità momentanea dell’antica chiesa annessa.
L’indomani, giorno della santificazione, con inizio alle ore 18,00, sul piazzale del Santuario è stata celebrata la Santa Messa che è stata presieduta da mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo della Diocesi di Cosenza- Bisignano, assistito dal padre Provinciale dei Frati Minori, da tanti altri Frati provenienti da tutta la Provincia; da don Gianni Montalto parroco di Bisignano.
Alla sacro rito hanno assistito il sindaco, Umile Bisignano accompagnato dal suo vice, Damiano Grispo; dagli assessori Arturo Vilardi e Andrea Algieri; da altri consiglieri comunali; dal comandante la Polizia Municipale, Giovanni Cesario; dal comandante la locale stazione dei Carabinieri, maresciallo Giuseppe Motta.
E’ stato presente anche un nutrito gruppo di cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme con il loro tradizionale abbigliamento. La celebrazione della Santa Messa è stata animata dalla corale “ S. Umile “ diretta da padre Giuseppe Murdaca.
A proposito dell’iniziativa voluta dal Frati Minori della Provincia di Calabria e Basilicata il Provinciale, padre Francesco Lanzillotta in un suo intervento ne ha spiegato le ragioni dovute al probabile immediato inizio dei lavori per la messa in sicurezza dei luoghi, considerato che il Sindaco ha avuto assicurazioni circa i relativi finanziamenti da parte della Regione Calabria.
S.E. l’arcivescovo, nella sua omelia ha tratteggiato la figura di S. Umile che insieme a quella di S.Francesco da Paola costituiscono i più importanti punti di riferimento religioso e civile della gente di Calabria. Nel concludere mons. Nunnari ha invitato le autorità responsabili e soprattutto il Sindaco, a fare tutto il possibile affinchè il complesso del Santuario torni presto ad irradiare la sua luce di fede e di apostolato, soprattutto in favore delle giovani generazioni.
La manifestazione ha suscitato diversi commenti nella pubblica opinione che si pone, giustamente, alcuni interrogativi.
Come mai il ritorno della statua nel Santuario è stato possibile a distanza di 15 mesi e non prima, visto e considerato che in questo lungo periodo di tempo non è accaduto nulla di nuovo rispetto ai primi giorni di chiusura?
Era veramente necessario chiudere tutto il complesso religioso?
E’ stata una decisione ben meditata quella dei Frati di abbandonare completamente la struttura religiosa, quando la parte destinata a convento non aveva subito danni evidenti ed era perfettamente agibile.
La risposta a questi interrogativi ormai non ha più nessuna importanza. Ora occorre pensare al da farsi e tutti auspicano un immediato inizio dei lavori di messa in sicurezza dei luoghi, compreso quello dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della Chiesa che risale al XIII° secolo e che ha bisogno di notevoli interventi di conservazione e restauro da parte della Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici della Calabria.
Tutti i bisignanesi e tutti i devoti di S. Umile, il santo dell’umiltà che è il secondo santo della Calabria dei tempi moderni, dopo S. Francesco di Paola, vogliono tornare al più presto a pregare e ad onorare il loro taumaturgo nei luoghi che lo hanno visto diffondere le sue serafiche virtù a beneficio della gente, soprattutto di quella più umile e bisognosa che si rivolgeva all’umile fraticello con grande fervore di fede.
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