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di Mario Guido
A distanza ormai di un anno che si compie esattamente proprio in questi giorni, nulla di nuovo è accaduto per tutto quanto riguarda il Santuario di Sant’Umile da Bisignano che, come è noto, è stato chiuso e sigillato dai Vigili del Fuoco a causa di uno smottamento di terreno che aveva interessato il versante collinare su cui insiste, da settecento anni, la Chiesa della Riforma con annesso Convento.
Era appunto la mattina del 14 febbraio di un anno fa allorchè i frati della Famiglia francescana presenti nel Santuario, furono allarmati dallo scivolamento del terreno e dalle varie lesioni che si erano prodotte sugli spazi adiacenti ai muri della struttura religiosa.
All’immediato intervento dei Vigili del Fuoco, sentito il parere dei tecnici, seguirono le Ordinanze del Sindaco che determinarono l’allontanamento dei frati che furono ospitati altrove ed impedirono a tutti di entrare nella struttura, sbarrandone l’accesso con un cumulo di sabbia che tuttora è là.
Da quel momento l’unico intervento è stato quello dell’Amministrazione Comunale che, con propri mezzi, ha provveduto a sistemare lo scolo delle acque reflue che, penetrando nel terreno, ne avevano provocato lo scivolamento a valle.
Dopo di ciò seguirono vari sopraluoghi da parte di tecnici e funzionari della Regione e della Provincia e della stessa Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici che, da parte sua, si dichiarò pronta ad eseguire necessari lavori di conservazione alla chiesa non appena ciò fosse stato possibile.
Poi il silenzio e l’abbandono.
La Famiglia francescana, dopo un periodo di permanenza in una struttura di fortuna distante tre o quattro chilometri dal centro di Bisignano fu sciolta e soltanto un frate ebbe l’incarico di ritornare, di tanto in tanto, al Santuario per ritirare la corrispondenza.
Le opere d’arte, i quadri e quant’altro era trasportabile è stato sistemato in altre strutture religiose del circondario.
Di certo, a distanza di un anno, c’è soltanto la promessa erogazione di un contributo di un milione e centomila euro da parte della Regione Calabria, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, del quale si attende ancora l’emanazione dell’apposito decreto.
Tuttavia l’Ufficio Tecnico del Comune è già sul punto di preparare gli atti di competenza per arrivare, al più presto, alla progettazione degli interventi da eseguire su tutto il versante collinare per mettere in sicurezza l’intera struttura che potrà tornare a rivivere, finalmente, con piena soddisfazione di tutti i fedeli di Sant’Umile.
La foto dimostra come si presenta oggi l’entrata del Santuario sbarrata da un cumulo di sabbia.
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