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di Mario Guido
Si sono conclusi con la celebrazione del solenne pontificale presieduto da padre Francesco Bramuglia, assistito dai componenti del Clero, i festeggiamenti organizzati a Bisignano nel Chiostro duecentesco dal Santuario, in occasione dell’undicesimo anniversario della santificazione di Sant’Umile avvenuta, appunto, il 19 maggio 2002.
Quest’anno le celebrazioni civili e religiose sono state caratterizzate da due eventi particolarmente significativi: il primo ha riguardato la “ peregrinatio “ compiuta dal simulacro del santo Frate che, dopo aver raggiunto la città di Cassano allo Jonio, è rimasto per tre giorni, esposto alla venerazione dei fedeli della cittadina ionica, nella chiesa di Sant’Agostino.
L’iniziativa è nata dall’ultimo miracolo operato dal Santo bisignanese che è stato quello decisivo per la sua canonizzazione.
Vivono ancora nella città di Cassano i pronipoti di Francesco Mauro, giovane pastorello di Bisignano che, nell’aprile del 1885, si trovava affetto da un escrescenza tumorale al naso che lo torturava nel fisico e nell’anima.
Devotissimo del beato Umile di Bisignano, pregava , mattina e sera, per ottenere il miracolo della guarigione dal suo terribile male.
Una mattina, mentre era al pascolo incontrò un monaco che dopo avergli chiesto del suo male, toccò con un ramoscello la massa tumorale che cadde per terra.
Il buon Francesco si sentì subito stranamente bene.
Soltanto dopo essere rientrato a casa, fra lo stupore dei suoi, si recò nel vicino Convento dove riconobbe, in un’immagine di frate Umile, il monaco che lo aveva guarito dal terribile morbo.
Dal 1885 al 2002 trascorsero ben 117 anni prima che il miracolo fosse riconosciuto valido per la santificazione.
Francesco Mauro, si trasferì poi a Cassano dove visse fino a più di novant’anni, lasciando figli, nipoti e pronipoti e favorendo così una sorta di gemellaggio tra le città di Cassano e Bisignano come è stato ben rappresentato dai rispettivi sindaci, Giovanni Papasso e Umile Bisignano.
L’altro evento significativo che è stato illustrato da padre Bramuglia durante il solenne rito, è il ritrovamento dell’antico portale cinquecentesco che chiudeva la chiesa del Convento della Riforma al tempo di Sant’Umile.
Un manufatto di quattro metri per due di legno di quercia, ricoperto, nella facciata esterna, di 54 formelle di legno finemente scolpite e riproducenti i vari segni della cristianità.
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