Assolto minorenne di Rossano dal reato di porto illegittimo di arma

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Il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Catanzaro,  ha assolto il minorenne rossanese A.D. – che risultava essere difeso dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato  Giuseppe Vena – dal reato di porto illegittimo, in luogo pubblico, di un coltello di genere vietato con la formula perché il fatto non sussiste.
La vicenda processuale nasce da un alterco avvenuto in Rossano, in data 29.08.2008, presso l’abitazione del minore con altro soggetto, cosicchè intervennero le Forze dell’Ordine per calmare gli animi e riportare il tutto alla normalità; il minorenne, a seguito di tale vicenda, venne pertanto, ad essere deferito presso la Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro.
All’udienza preliminare l’avvocato Ettore Zagarese e l’avvocato  Giuseppe Vena, entrambi del Foro di Rossano, rappresentavano al collegio giudicante che il loro assistito doveva essere mandato assolto dall’imputazione ascrittagli perché dal materiale probatorio raccolto dagli inquirenti, in particolar modo dal rapporto della polizia giudiziaria, emergeva con assoluta evidenza che l’imputato quando si trovò in possesso dell’arma era nella sua proprietà, precisamente nel cortile recintato, col cancello chiuso, della sua villetta a schiera, sicchè l’arma stessa non venne mai portata in luogo pubblico oltreché l’arma era un coltello riconducibile a quelli di usati da cucina.
Gli avvocati Ettore Zagarese e  Giuseppe Vena, quindi, chiedevano di dichiarare il non luogo a provvedere e di assolvere l’imputato atteso che, mancava uno degli elementi costitutivi del reato contestato, vale a dire il porto ingiustificato dell’arma in luogo pubblico.
Il Pubblico Ministero si associava alla tesi sostenuta dall’avvocato Ettore Zagarese e dall’avvocato Giuseppe Vena.
Il Gup dopo aver udito le ragioni difensive dell’avvocato Ettore Zagarese e dell’avvocato  Giuseppe Vena, assolveva il minore dichiarando il non doversi procedere nei suoi confronti perché il fatto non sussiste.

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Author: Cristina

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