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Si è scritto sui giornali, dopo i fatti del Ministero delle Infrastrutture, che non sono le Grandi Opere a causare la corruzione, ma, al contrario, è la corruzione che progetta le Grandi Opere. Il Diavolo detta legge al gentiluomo.
Ora si capisce perché il ministro Lupi, dopo avere difeso il sistema corruttivo nel suo ministero, minacciando, se fosse stato toccato, la crisi di governo, sia venuto qui nella Sibaritide a difendere ed imporre la realizzazione dell’inutile e costosissimo 3° megalotto ANAS Roseto Sibari.
Ora si capisce perché, malgrado il semplice raddoppio del tratto già ammodernato fosse la soluzione più semplice e meno costosa , si sia scelto di realizzare a monte altre sei devastanti corsie.
Ora si capisce perché, malgrado si fosse denunciato che il nuovo tracciato passava sulle preziose vestigia della Sybaris arcaica, nessuno abbia avanzato perplessità di sorta o richiesto saggi preliminari.
Il motivo oggi appare chiarissimo: un miliardo e duecento milioni di stratosferico costo della grande opera. Contro meno della metà per il semplice raddoppio dell’esistente.
Aggiungiamo che c’è una grande corruzione ed una miserabile corruzione, la seconda forse più grave della prima, perché mentre quella si pasce di centinaia di migliaia di euro, l’altra svende il proprio territorio, il proprio ambiente, la propria cultura e storia, per un piatto di lenticchie.
Ci chiediamo anche che cosa aspetta il Presidente Mario Oliverio a prendere posizione contro questo imminente scempio economico e culturale: quante opere utili ed attività di vero rilancio economico si potrebbero fare con i seicento milioni di euro risparmiabili?
“Ci sarà pure un giudice a Berlino”, diceva il mugnaio di Potsdam che, nel ‘ 700, opponendosi al sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, invano, a tutte le corti di giustizia germaniche per avere “giustizia”, volle arrivare a Federico il Grande. Quello tosto, quello di Prussia, il despota illuminato che suonava il flauto con Voltaire nel suo giardino a terrazzi. Ed in effetti a Berlino il brav’ uomo ebbe giustizia.
Allora, diciamo noi: ci sarà pure un giudice a Cosenza.
Associazione Culturale Jonica
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